"Grazie per la mia Aurora" - Live Sicilia

“Grazie per la mia Aurora”

Abbiamo seguito il caso di una protesta al Pronto Soccorso. La storia di uno zio e di una famiglia che hanno avuto paura per una ragazza. Oggi, Emilio, questo zio coraggioso e sensibile, condensa i suoi sentimenti in un bellissimo commento. Che pubblichiamo in pagina. Lo merita.
La lettera
di
5 min di lettura

Ancora Grazie

A tutti coloro che hanno dimostrato grande sensibilità nel gruppo di sostegno morale AURI TI VOGLIAMO BENE. Il gruppo nasce per comunicare anche con i parenti e amici di Aurora che sono fuori Palermo. Ci siamo ritrovati con più di 200 anime che hanno condiviso il nostro dramma familiare e ve ne siamo grati.

Oggi AURORA è in terapia intensiva, l’intervento è andato bene. Adesso come dice il buon Massimo comincia la guerra dei nervi per AURORA e chi le sta vicino: dobbiamo ricominciare a parlare, nascondere il capo con cappelli appropriati… perché AURORA ragazzina di 13 anni ci teneva tanto ai suoi lunghi capeli neri tipici del carattere di una vera donnina mediterranea. Anzi, se qualcuno ha un’idea originale, alla moda, stravagante, finemente estetica per coprire il capo di AURORA, se vuole condividerla con noi, nel gruppo, mandarci foto, noi poi la sottoporremo ad AURORA che sceglierà il suo copricapo non appena passerà in reparto. La guerra dei nervi continuerà con la fisioterapia per tornare a camminare e a muovere il braccio, ritornare a scuola, tra gli amici, la famiglia…

Fu così che al momento dell’intervento era inutile stare tutti dietro la porta della sala operatoria, non serviva a nulla così abbiamo il buon Roberto ha creato una rete del momento con le notizie che rimbalzavano dall’ospedale alla rete. La cosa incredibile: ci siamo ritrovati in tanti su facebook a pregare insieme, ognuno di noi a suo modo, siamo arrivati anche in India… Il miracolo? Il dolore di una singola bambina, un male che arriva all’improvviso come il MAV, pesante… ingombrante… che la voleva strappare alla vita ha invece unito centinaia di persone da diverse parti del pianeta con uno strumento considerato da alcuni “il male stesso”, come Facebook che qualcuno ogni tanto prova a far chiudere o limitarne nell’uso. E tutto questo in barba al Governo che tutto fa tranne che governarci in questo momento, troppo presi da fatti personali, una politica sempre più vicina al GOSSIP che al PAESE…

E ancora oggi mentre al Governo si mandano a “fare in culo” noi stiamo pregando, noi siamo la speranza, noi abbiamo mandato a nostro modo e secondo la nostra professione di fede i nostri Angeli Custodi dai nostri rispettivi Padri per poi farli tornare con un messaggio d’Amore ad AURORA… ai MEDICI… agli INFERMIERI… alla struttura ospedaliera… a chi si adopera e opera con serietà ed etica professionale nel prendersi cura dell’altro, dai trasporti all’istruzione, dalla strada alle chiese, dalla terra al mare e al cielo.

Pertanto invito (ma se potessi vi costringerei) Manager, Assessori, Politici di turno che tanto stanno provando a fare per migliorare le cose: non fermatevi ai dati statistici di un pezzo di carta, ascoltate di più il disagio cittadino, anche nelle piccole cose, “perché è dalle piccole cose che nascono le grandi opere”… “e se vuoi cambiare il mondo in meglio comincia a cambiare te stesso e ciò che ti sta accanto”. In fondo vi si chiede di abbattere il muro mentale che rende asettico il primo approccio alla salute cittadina per rendere più umano e vivibile anche un luogo dove la vita spesso resta appesa a un filo sottile. Ma se il personale medico e paramedico tarda anche di pochi attimi a tirare questo filo, spesso il filo ormai troppo teso si spezza.

Non auguro neanche al mio peggior nemico questo o altri calvari perché è umanamente insopportabile, però sono cose che nella vita si realizzano e farci trovare preparati non costa nulla. In questi giorni di caos politico e ambientale ho provato ad immaginare se a Palermo, città dove anche la rimozione di un cavallo morto è un muro mentale invalicabile secondo la falsa filosofia-politica del “non mi spetta…”, se anche a Palermo si dovesse verificare un’emergenza sanitaria di grosse proporzioni… che si farà nei PS? Si griderà fermi tutti il triage lo dovete fare tutti (giusto), state buoni, c’è d’aspettare…! Oppure si andrà incontro all’emergenza scavalcando il fosso della trincea delle porte blindate e corazzate per salvare più vite umane effettuando immediato triage visivo già al momento dell’arrivo in pronto soccorso…? Perché aspettare la tragedia? Misuriamoci adesso con la realtà odierna ch’è meno complessa del momento dell’emergenza sanitaria, giusto per essere pronti.

Al Prefetto e alla Politica quindi chiedo (ma se potessi vi costringerei), se non sono troppo offensivo e inopportuno più assistenza di controllo nei presidi ospedalieri. Potete accontentarci se volete oppure come credo sia più facile e possibile che si verifichi, potete continuare a ignorarci… E’ vero è giunta qualche lamentela pesante per via dell’articolo, lamentela che è stata civilmente chiarita con la direzione sanitaria… resta però il dato di fatto: che tutti i pronto soccorso di Palermo hanno una falla nella politica di accoglienza del degente sia esso codice bianco, verde, giallo o rosso. Da dietro un vetro e una porta blindata o corazzata che sia, il rapporto tra utente e presidio ospedaliero è asettico, e questo credo che sia indubbio. C’è un problema di sofferenza dentro i PS che personale medico e paramedico poco denunciano, forse perché è meglio che stiano zitti!

Ma ripeto: vetri e porte blindate sono il biglietto da visita dei Pronto Soccorso, parlano per loro, vetri e porte blindate gridano la presenza attenta e vigile dello Stato per fare saltare fuori dal fosso della trincea medici e paramedici che sono già pronti per predisposizione professionale ad accogliere nella sala di attesa del triage l’utenza bisognosa e soccorrere tempestivamente i codici rossi e gialli evitando così che nessuno possa permettersi di esprimere frasi infelici che in contesti di concitata e reale emergenza istigano a forzature. E come dicono le giornaliste Claudia Brunetto e Miriam Di Peri che raccolgono lo sfogo: “con la figlia che non si regge sule gambe e non muove il braccio destro, al grido di aiuto della madre…” “Quando sei tra la vita e la morte non si può dire: aspetti la fila”.

Emilio C.

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