"Grasso una trappola | per il Movimento " - Live Sicilia

“Grasso una trappola | per il Movimento “

"Il M5S non deve cadere in queste trappole. Comunque, il problema non è Grasso". Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog dove ricorda: "In gioco non c'è Grasso, ma il rispetto delle regole del M5S. Non si può disattendere un contratto. Chi lo ha firmato deve mantenere la parola per una questione di coerenza e di rispetto verso gli elettori".

DAL BLOG DI BEPPE GRILLO
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2 min di lettura

ROMA – Per Beppe Grillo il voto dei deputati del Movimento 5 stelle per Piero Grasso è stata una trappola. Per il leader del M5s il codice di comportamento dei deputati del Cinque stelle deve essere rispettato in ogni sua articolazione. “Non si può disattendere un contratto. Chi lo ha firmato – dice Grillo dalle pagine del suo blog – deve mantenere la parola data per una questione di coerenza e di rispetto verso gli elettori”. “La scelta tra Schifani e Grasso era una scelta impossibile. Si trattava – sottolinea l’ex comico genovese – di decidere tra la peste bubbonica e un forte raffreddore”

“Per chi non lo sapesse anche io ho votato Grasso”, queste sono le parole di Fabrizio Bocchino, neo eletto al Senato per il Movimento 5 stelle, affidate a Facebook cogliendo l’invito del capogruppo Crimi a spiegare le motivazioni del voto. Nello stesso post sul social network, Bocchino spiega i motivi del suo voto all’ex procuratore nazionale antimafia candidato alla presidenza del Senato. “L’ho fatto perché sentivo insostenibile il peso di essere accostato, seppur lontanamente, all’elezione – scrive il senatore Bocchino – di Renato Shifani alla seconda carica dello Stato. Per me non è solo una questione politica, ma anche etica. Non condivido il punto di chi dice che la responsabilità della sua elezione sarebbe stata solo dei partiti”.

Evidentemente per Fabrizio Bocchino è necessario spiegare i motivi del suo voto anche attraverso il racconto del percorso che lo ha portato a scegliere Grasso come presidente del Senato: ” Prima di votare, mi sono giunti tantissimi messaggi da attivisti ed elettori sia pubblici che privati, la maggior parte dei quali in una sola direzione. Mi hanno aiutato nel difficilissimo e travagliatissimo compito di scrivere quel nome dentro la cabina elettorale. In quel momento, mi sono sentito un portavoce. Non so se con il mio voto io ho mentito agli elettori o no. Su questo punto, io ora sono sinceramente confuso”.

 

 

 

 


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