"Ha tagliato la giugulare a giro"| Così è stato ucciso Paolo - Live Sicilia

“Ha tagliato la giugulare a giro”| Così è stato ucciso Paolo

Alberto e Filippo Mulè

La ricostruzione dell'omicidio davanti alla discoteca di Terrasini

PALERMO – I fendenti mortali sono stati tre. Alberto Pietro Mulè ha colpito Paolo La Rosa con un coltello alla gola e all’addome. Poi è fuggito e si è nascosto con l’aiuto del cugino Filippo. Il pubblico ministero Daniele Sansone e i carabinieri hanno ricostruito così la folle notte davanti alla discoteca Millennium di Terrasini.

Alle 3:20 giunge una telefonata ai carabinieri. C’è stato un accoltellamento. Alle 3:55 un’ambulanza è sul posto. La Rosa muore all’ospedale di Partinico. La sorella della vittima, Giuliana, racconta che il fratello ha litigato con il fidanzato, Filippo Mulè.

La lite è iniziata nel locale ed è proseguita fiori. Alberto Mulè ha colpito il fratello della ragazza con un coltello mentre era a terra. Quando sono arrivati i soccorsi Alberto era circondato da dieci ragazzi.

I carabinieri sentono alcuni testimoni. Un giovane ha sentito urlare, si è precipitato davanti alla discoteca ed ha visto “Paolo con gli occhi aperti, gli usciva sangue dalla bocca”. Il resto del racconto è raccapricciante.

Un buttafuori della discoteca riferisce che c’è stato un diverbio con un Filippo Mulè. È stato Paolo a fargli stringere la mano. Il cognato “era alticcio, mentre scendeva dalla scale, ha dato due schiaffi ad un ragazzo più grande senza motivo ed è caduto dalle scale”.

La sorella di Filippo, Mariella, fornisce invece una versione diversa: “Paolo voleva soddisfazione dal buttafuori. Mio fratello invitava Paolo a stare calmo. Paolo non contento invitava mio fratello ad andare a casa e gli tirava tre schiaffi alla nuca. Si sono azzuffati. Durante la confusione ho sentito che Paolo aveva litigato con qualcuno ma non so riferire con chi. Non ricordo altro, anche perché ho cercato di salvarlo, gli sono stato vicino”.

A completare la ricostruzione sono state le immagini delle telecamere: si vedono ragazzi partecipare alla rissa e altri cercare di separare i contendenti. Alberto Mulè estrae dalla tasca un grosso coltello colpisce La Rosa “con inaudita violenza”. L’assassino viene riconosciuto per via del cappello modello Borsalino e l’abito gessato che indossa. Era una serata di carnevale.

Infine i carabinieri ascoltano un audio che gira su Whatsapp con un altro testimone che ha ricostruisce i fatti: “… arrivò sto Paolo La Rosa e andò ad acchiappare subito a Filippo… gli va a dare quattro pugni in faccia a Filippo… ha uscito quel coltello picciotti, gli ha tagliato la giugulare a giro a giro, due coltellate nella pancia”. Anche qui i particolari del racconto si fanno raccapriccianti.

I carabinieri rintracciano Alberto Mulè. Lo conducono in caserma a Carini. E il ventunenne confessa.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI