"Hanno destinato l'area alla vendita | Papale forse non ricorda le carte" - Live Sicilia

“Hanno destinato l’area alla vendita | Papale forse non ricorda le carte”

L'affondo del sindaco di Belpasso, Carlo Caputo, sulla querelle del centro commerciale: "Questo è un territorio dove non occorrono nuovi centri di logistica (nella sola provincia di Catania vi sono “solamente” 43 aziende logistica di rilievo) semmai, abbiamo necessità di capire come “fare muovere” le nostre merci".

La contro-replica
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CATANIA. L’intervento del sindaco di Belpasso, Carlo Caputo:

“Confermo che dei 65 ettari di terreno lambito dal fiume Simeto trasformato da agricolo ad industriale il 10% è destinato a grande struttura di vendita. L’ex Sindaco Papale forse non ricorda le carte o forse pensa che i suoi interlocutori siano interdetti. L’ex Sindaco dovrebbe sapere che il 10% di quell’area era destinato alla nascita di una grande struttura di vendita, in particolare la Fashion District Catania Outlet. La possibilità in campo ai proprietari di utilizzare il circa 7 ettari per grande struttura di vendita rimane assolutamente valida quanto quella per realizzare l’area di logistica; dovrebbe saperlo da legislatore e da libero professionista quale è il Papale che la legge regionale.29 del 1995 art.30 offre questa possibilità affermando testualmente :”….le aree destinate alle suddette attività non possono superare il 10 per cento della superficie complessiva di ciascuna area di sviluppo industriale”.

Basta leggere e riguardare tutti i faldoni che riguardano la concessione rilasciata a “Parco Mediterraneo s.r.l.” . Del resto la società prende a motivo di ottenimento della proroga a costruire oltre la crisi economica anche proprio il tempo perso ad ottenere l’autorizzazione per grande struttura di vendita. A confermare l’area commerciale anche gli studi e le relazioni fornite negli anni dalla stessa Proprietà che ha sempre parlato anche di area commerciale. Se non bastasse si potrebbe riflettere anche sull’evidente fatto che la stessa proprietà di Etnapolis sia intervenuta nel contenzioso, insomma magari il pubblico può far finta di non capire ed essere disattento ma i privati conoscono meglio le vere intenzioni.

In merito alla idea di sviluppo che vede nella nascita di un centro logistico una opportunità per il territorio, vorrei rappresentare con certezza che questo è un territorio dove non occorrono nuovi centri di logistica (nella sola provincia di Catania vi sono “solamente” 43 aziende logistica di rilievo) semmai, abbiamo necessità di capire come “fare muovere” le nostre merci. Questa è una terra dove la logistica è tipicamente, e per necessità infrastrutturale, portuale.

Siamo nel pieno della quarta rivoluzione industriale, quella dell’interconnessione e dei sistemi intelligenti: la fabbrica che fa dialogare i macchinari, gli uomini, e i prodotti. Sistemi di fabbriche collegate in rete che creano un unico processo produttivo. Si può produrre in modo flessibile seguendo una domanda , senza piu’ eccessi, magazzini pieni e quindi merce invenduta. Nell’ambito della legalità o meglio della legittimità degli atti, delle leggi e leggine che si snodano è stato sempre possibile fare ogni sorta di affare in questa terra, sarebbe ora di guardare anche oltre il proprio dato temporale di vita ed avere la coscienza e responsabilità che cementificare un territorio deve essere una scelta importante”.

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