PALERMO – Roberto Helg, la figlia Cinzia e il fratello Fulvio meritano di essere processati per bancarotta fraudolenta. Ne sono convinti i pubblici ministeri che gli hanno notificato la richiesta di rinvio a giudizio.
A firmarla sono il procuratore aggiunto Sergio Demontis e i sostituti Anna Battaglia e Andrea Fusco. L’inchiesta parte dal fallimento delle società della famiglia Helg: la Gearr srl e la Frigidaire srl.
Una nuova grana giudiziaria per l’ex presidente di Confcommercio e vice presidente di Gesap condannato per estorsione: chiese una tangente da 100 mila euro al pasticciere Santi Palazzolo per non ostacolare il rinnovo della concessione di uno spazio di vendita nell’aeroporto Falcone e Borsellino. Solo che Palazzolo non cedette, lo denunciò e registrò la richiesta estorsiva d’intesa con i carabinieri.
Nel 2012 gli Helg chiusero le attività e dichiararono fallimento. Sembrava la fine di una storia commerciale provocata, come altre volte accade, dalla crisi economica.
Ed invece analizzando i bilanci e i movimenti bancari, gli investigatori sostengono di avere scoperto che gli indagati avrebbero provocato un buco da cinque milioni di euro.
Prima che venisse dichiarato lo stato di insolvenza furono emessi assegni dai conti aziendali in favore di persone conniventi che avrebbero poi restituiti i soldi in contanti agli Helg.
Non è tutto, perché gli indagati avrebbero impartito ai dipendenti l’ordine di prelevare merce – articoli per la casa e arredamenti – dal punto vendita di via Emilia per trasferirla nel magazzino di Carini.
Ed ancora nei bilanci societari sarebbero state caricate fatture, in entrata e in uscita, per operazione ritenute fantasma.