PALERMO – Minuto sessantatré di una tranquilla trasferta a Vaduz, Liechtenstein. La Svezia, già in vantaggio per 2-0, è costretta a fare a meno di Markus Berg, autore del gol del vantaggio scandinavo. Sette minuti dopo, tocca la stessa sorte al centrocampista Durmaz, che trasforma il successo al Rheinpark Stadium nella più classica delle vittorie di Pirro. Il c.t. Hamren a costretto a correre ai ripari in vista della decisiva sfida di Solna contro la Moldavia, l’ultima spiaggia per l’accesso diretto ad Euro 2016. Il prescelto per sostituire i due infortunati è Gustaf Svensson, ma il tecnico non ci sta: “Avevo inizialmente deciso di convocare Oscar Hiljemark e Robin Quaison, ma il Palermo non ce li ha concessi”.
Apriticielo. Che le prestazioni dei due centrocampisti rosanero fossero sfuggite al commissario tecnico svedese, in effetti, era sembrato strano. La chiamata per tappare il buco, per giunta ad una settimana dalla diramazione della lista ufficiale, non è però piaciuta in casa Palermo. Il “no” del club di viale del Fante è stato secco, tant’è che Hiljemark e Quaison sono rimasti in Sicilia e domani pomeriggio prenderanno sì l’aereo, ma in direzione Ronchi dei Legionari. Niente Stoccolma e niente maglia della nazionale, ma testa bassa e lavoro sodo nel ritiro in Friuli, dove Iachini cercherà di ricompattare il gruppo alla ricerca di un risultato utile contro il Bologna.
Il niet del Palermo ha comunque stizzito i vertici della federcalcio svedese. Il team manager Lars Richt, che ha contattato il club rosanero per comunicare la convocazione dei due giocatori, si dichiara stupito dell’atteggiamento della società: “Hanno dichiarato di avere l’obbligo di concedere i giocatori solamente in caso di convocazione nell’elenco iniziale, ma in realtà i club sono obbligati a lasciare andare i calciatori nella finestra dedicata alle nazionali, come previsto dai regolamenti Fifa e Uefa. Il comportamento del Palermo è inaccettabile, i regolamenti sono chiari e non so se ci possano essere dei cavilli. In vent’anni di lavoro, comunque, non ho mai visto nulla di simile”.
Un polverone evitabile, quello sollevato dal signor Richt. Perché il regolamento sullo status e sui trasferimenti dei calciatori da lui stesso chiamato in causa è realmente chiaro, ma non nel modo inteso dal team manager svedese. Quello che segue è il testuale del primo allegato, art. 3, par 2., sulle disposizioni finali del regolamento Fifa: “Le Federazioni che intendano convocare un calciatore che sta giocando all’estero devono rendere la convocazione per iscritto al massimo 15 giorni prima del giorno della partita per la quale il calciatore è convocato”. Con i suoi due giorni di preavviso, la Svezia ha ben poco di cui lamentarsi.