I boss ai tempi della crisi - Live Sicilia

I boss ai tempi della crisi

Gli esponenti del clan Pipitone alle prese con i problemi creati dalla crisi economica alle imprese.

 

inchiesta grande passo, retroscena
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PALERMO – La crisi colpisce anche la mafia. I carabinieri nell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto del presunto capo mafia di Carini cercano di risalire alle proprietà di Angelo Antonino Pipitone, 71 anni, finito in manette ieri nel corso di un’operazione che ha portato all’arresto di sei componenti del clan tra i quali la moglie e la figlia del boss. Tra gli immobili che sono nella disponibilità della “famiglia” anche un capannone sulla statale 113 che per 12 anni ha ospitato gli uffici e lo spazio espositivo della Helg srl. Per la struttura di circa 2.600 metri quadri, si trova in un lotto di terreno di 6.800 metri quadri, è stato sottoscritto un contratto tra Roberto Helg, già presidente della camera di Commercio di Palermo e che non è coinvolto in alcun modo nell’inchiesta, ed Epifania Pipitone, figlia del boss, per un ammontare di 114 mila euro più Iva aggiornato annualmente. Dal 2012, in seguito al fallimento della società, i componenti della famiglia Pipitone si lamentano della perdita del canone di affitto e dei mancati introiti. Nel corso di un colloquio registrato il 4 marzo 2013 la figlia Epifania dice al padre Angelo. “Ma perché pure con il discorso di Helg che cosa hanno concluso. Il posto chiuso, l’insegna tolta, ancora non è andato nessuno ed i mesi passano. Resterà chiuso ancora per tanto tempo, sai quanto materiale c’è la dentro”. Ed ancora: “Ma c’è crisi, c’è crisi in giro, non c’è niente. Loro facendo l’operazione che hanno fatto sempre loro, ci siamo andati fregati sempre noi, perché il locale rimane chiuso per molto tempo”.

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