Palermo, i boss militarizzano lo spaccio di droga: il caso Vucciria

I boss militarizzano lo spaccio di droga: il caso Vucciria

Nel popolare quartiere ci fu un cambio, ma poi il boss tornò sui propri passi

PALERMO – C’è la militarizzazione dello spaccio di droga da parte di Cosa Nostra. I mafiosi forniscono gli stupefacenti all’ingrosso, decidono chi deve gestire la piazza e obbligano a versare una percentuale sugli incassi. Nulla si muove se non viene deciso dai boss.

Uno spaccato attuale viene fuori dall’ultima indagine sulla famiglia mafiosa di Palermo Centro che ha svelato il ritorno al potere dell’anziano Francesco Mulè e del figlio Massimo. Nel marzo 2021 fu deciso che Alessandro Cutrona e Calogero Naso, sponsorizzati da Gaetano Badalamenti (sono stati tutti arrestati nelle scorse settimane), avrebbero controllato una zona ampia che includeva i quartieri Ballarò, Vucciria, Kalsa e Capo.

Quattro mesi dopo, però, i fratelli Salvatore e Giovanni Maddalena si sarebbero insediati alla Vucciria a discapito di Naso e Cutrona. Quest’ultimo protestava con Giuseppe Mangiaracina per il fatto di non essere stato avvisato. Lo aveva appreso da “cristiani” che lavoravano con lui, ai quali era stato impartito l’ordine di fare riferimento ai nuovi capi della piazza.

Anche Mangiaracin si mostrava sorpreso, sebbene ritenesse che i Maddalena non fossero così “pazzi” da agire senza il via libera dei boss: “Si vede che forse, magari, si sono presi un impegno loro. Certo, mica questi sono pazzi, che ti sono venuti a dire così. Giusto?”.

Cutrona a questo punto si chiedeva se “lo avessero tolto da là sotto” per decisione superiore. La verità, secondo gli investigatori, è che sarebbe stato lo stesso Mangiaracina, affiancato da Salvatore Gioeli, a sponsorizzare i fratelli Maddalena. A dare il via libera al passaggio di consegne sarebbe stato Francesco Mulè.

Una decisione, la sua, seguita da forti dissidi. Il capomafia capì che era necessario tornare sui propri passi. Cutrona e Naso sarebbero così tornati al loro posto.


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