CATANIA – Ritorna sul palco del Ma la band nella sua composizione originale, con Mario Venuti, Luca Madonia, Toni Carbone e Gabriele Madonia. Kamikaze Bohemien, il progetto discografico, uscito il 19 aprile per Viceversa Records in vinile a tiratura limitata, di cui si aspetta la versione cd e quella digitale, contiene 12 brani come <Niente insetti su Wilma, Dove batte il segno, El Gheddahia>, molti altri cult e 8 inediti.Correva l’anno 1981 quando sulla scena del Bel Paese si affacciavano i Denovo: un’istituzione della musica rock, espressione della storia musicale non solo catanese ma, appunto, dell’Italia tutta. > > Luca e Gabriele Madonia, Toni Carbone e Mario Venuti, padri e figli al tempo stesso della band, domani sera daranno la possibilità ai tantissimi affezionati e (nostalgici) di ripercorrere quel filone musicale, attraverso un live in acustico. Durante la serata, affidata al gruppo organizzativo Disko Partyzani, si potrá assistere alla proiezione del video di “Ipnosi”, cartoon realizzato da Teodora Filipova, Luca Tintori, Stefano Gurnari, Laura Guglielmo e Riccardo Piperno e di un estratto del documentario di Nanni Musiqo. > >
E proprio Ipnosi, trentun anni fa registrava la grazia artistica, liberamente espressa, a differenza – come ha sostenuto stamane in conferenza stampa Tony Carbone – di quanto accade oggi, con un ‘underground’ costruito a tavolino. > > Chi e cosa ha reso possibile Kamikaze Bohemien? > > Nel solco della migliore tradizione rock, l’anno scorso, Francesco Fracassi, storico manager e produttore dei Denovo, nel ltentativo di mettere ordine in cantina, ha ritrovato le 12 registrazioni effettuate nel lontano 1983 nel Gas Studio di Firenze. Erano anni di scoperta, di innovazione, particolarmente produttivi per la musica. In quella occasione si ritrovarono ospiti anche Ghigo Renzulli (chitarra storica dei Litfiba) e Francesco “Frank” Nemola (tromba e trombone, collaboratore di Vasco Rossi). Di quelle tracce musicali , però, soltanto 3 (ed esattamente, “Si parlerà di noi”, “Dove batte il segno”, “El Gheddahia”) trovarono posto nell’ep “Nienti insetti su Wilma”.
Questa la genesi di un pensiero oggi divenuto un fatto: sia Fracassi che i Denovo, infatti, restaurano le bobine e pubblicare i brani rimasti inediti per 31 anni, in una chiave “moderna”, possibile attraverso il passaggio dall’analogico al digitale con il risultato di un mix di brani orecchiabili. > > Il resto è storia. Quella storia che continua ad emozionare un pubblico eterogeneo che fa a gara per aggiudicarsi almeno una delle 500 copie in vinile. > > Reunion si, reunion no? Già, perché stavolta non si tratta di sintesi, di mescolanza tra vecchio e nuovo. Di riproduzioni puntuali. Né di indossare abiti vintage, per così dire. > > “L’’idea – ha affermato Mario Venuti – è di continuare a divertirci, senza ricominciare a studiare! D’altronde la tecnica non si dimentica ma gli anni passano e non intendiamo preoccuparci di un ritorno sul palco per un concerto strutturato”. > >
Infatti si tratta di uno show case informale, come in coro lo hanno definito – senza troppo rifletterci. Già nel 2008, in occasione del Festival di Sanremo, Luca Madonia e Toni Carbone affiancarono Mario Venuti per eseguire “A ferro e fuoco”, canzone in gara, ritrovandosi in un intreccio di voci, chitarre e batterie, perché <cunotta l’idea del gruppo>, ha aggiunto Luca Madonia. > > Ripercorrendo la storia dei Denovo, occorre andare a ritroso di circa un quarto di secolo fa, quando allora giovanissimi, parteciparono, quasi per caso, al concorso “Il rock italiano mette i denti” piazzandosi al secondo posto dietro gli esordienti Litfiba. Il primo successo non tarda ad arrivare con l’ep “Niente insetti su Wilma”, che critica e pubblico ne elogiano, all’unisono, la creatività. Poi, con l’album “Persuasione” (contenente anche una moderna versione di “Come Together”, in omaggio agli adorati Beatles), è boom. Incidono l’album “Così fan tutti” e partecipano al Festival della canzone italiana nel 1988. > > Domani sera sarà una grandissima emozione per i tanti fan in trepidante attesa ma, fanno sapere gli artisti, i primi ad esserlo sono proprio loro, come se fosse la prima volta.