I dipendenti del Cefop: | "Presidente, non rimanga in silenzio" - Live Sicilia

I dipendenti del Cefop: | “Presidente, non rimanga in silenzio”

I dipedenti del Cefop scrivono una lettera al Capo dello Stato in occasione della sua visita a Palermo. Ecco il testo.
Lettera a Napolitano
di
2 min di lettura

Presidente,

abbiamo atteso invano una Sua risposta, un Suo segnale, un gesto di solidarietà per noi, uomini e donne dipendenti dell’Ente Ce.Fo.P. mortificati dalla Politica che ha ignorato i nostri diritti, i nostri bisogni. Siamo lavoratori massacrati nel corpo e nell’anima, cui è stata tolta la dignità, ci hanno affamati negandoci il diritto a percepire i nostri stipendi, unica fonte di reddito che ci consente di vivere.

L’abbiamo interpellata diversi mesi fa, quando già le nostre forze erano al lumicino, Le abbiamo inviato tre appelli accorati affinché Ella potesse intervenire, avevamo appreso dai suoi collaboratori che la nostra situazione era stata presa in considerazione e che sarebbe stata sottoposta alla Sua attenzione Presidente, avevamo ed abbiamo bisogno di porre fine ad una disastrosa situazione che ci vede vittime senza colpe.

Adesso Presidente siamo dei morti che camminano, ignorati da uno Stato di diritto che ancora si definisce tale e che Lei rappresenta, siamo cittadini onesti ma devastati e distrutti, privi delle risorse necessarie a soddisfare i bisogni primari. Le più alte cariche della Regione hanno permesso che subissimo questo nonostante le tutele legislative e gli impegni più volte annunciati a garanzia dei livelli occupazionali e retributivi. Oggi la realtà è che attendiamo sedici mensilità pregresse!!!

E’ un incubo da cui non riusciamo ancora a venir fuori!!!! Solo la burocrazia sembra più affamata di noi nel chiederci all’infinito documenti, colloqui e firme per elargirci uno straccio di sussidio (la CIGs) che ancora, tuttavia, non arriva. Tutti sembrano insensibili alla disperazione che ci attanaglia. Presidente, sappia che i nostri figli hanno pagato un prezzo troppo elevato, le nostre vite hanno subito dei danni incommensurabili, non è accettabile che in un Paese civile e democratico vengano tollerati simili scempi.

Nonostante tutto, vogliamo riporre in Lei ancora con fiducia la speranza che la dignità di lavoratori ci possa essere restituita.

I dipendenti del Ce.Fo.P.


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