PALERMO – “Da tempo denunciamo l’emergenza che i locali notturni si trovano ad affrontare, insieme ad un processo che va a penalizzare fortemente gli imprenditori”. Vincenzo Grasso, presidente del Silb di Confcocommercio Palermo, commenta così le ultime due chiusure disposte per due discoteche in provincia.
“Ecco chi paga il prezzo più alto”
“Purtroppo, l’articolo 100 del Tulps, pur essendo una misura legittima, finisce per colpire duramente il settore. Con il sindacato ci siamo più volte rivolti alle istituzioni per fare in modo che venga applicato in modo ‘premiante’ per chi adotta tutte le misure di sicurezza, ma troppo spesso a pagare il prezzo più alto è chi gestisce le proprie attività con responsabilità”.
I gestori dei locali notturni: “Lotta su più fronti”
L’articolo del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza conferisce al questore il potere di sospendere o di revocare la licenza di un esercizio pubblico diventato pericoloso per la sicurezza pubblica. “Di fatto – prosegue Grasso – se i tafferugli o le risse avvengono davanti a una discoteca, il locale viene chiuso, se accade all’interno di un supermercato no. Per la categoria è davvero una lotta. Anzi, una guerra. Contro la violenza, contro le istituzioni e contro l’abusivismo. Ma da soli non possiamo vincerla”.
Grasso descrive un quadro sconfortante e ribadisce la crisi del settore, inevitabilmente alimentata anche dall’escalation di violenza registrata negli ultimi mesi: “Abbiamo incontrato più volte il prefetto e chiesto interventi volti alla prevenzione, perché chi fa impresa non può andare avanti in questo modo”.
“Nessun ristoro per i locali chiusi”
“Chi gestisce un locale notturno, in particolare, si ritrova a dover fronteggiare la criminalità in prima persona. Non c’è la possibilità di un confronto verbale con chi provoca scompiglio – aggiunge – perché le ritorsioni sono dietro l’angoloIn più, se un locale viene chiuso per motivi legati a questioni di sicurezza, non è previsto alcun ristoro per gli imprenditori, penalizzati così su tutti i fronti. I costi aumentano, il personale va pagato a prescindere, così come i fornitori”.
“Servono opere di prevenzione – continua Grasso – sostegni e controllo del territorio. Il Daspo, ad esempio, rappresenta un provvedimento importante, ma se poi non ci si accerta che venga rispettato, è fine a se stesso. La nostra città merita di più, anche nei confronti dei tanti turisti che, come sappiamo, quest’estate hanno spesso pagato le conseguenze della violenza diffusa”.
“Non solo locali notturni”
Problemi che non riguardano soltanto le discoteche o i locali notturni, come spiega la presidente di Fiepet Confesercenti Palermo, Doriana Ribaudo. “E’ diventato davvero complicato difenderci. A gennaio gli esercenti erano stati invitati a collaborare con le istituzioni proprio sul fronte della sicurezza. Una circolare del Ministero dell’Interno puntava ad alcuni protocolli d’intesa tra la prefettura e i pubblici esercizi. In tanti ci eravamo fatti avanti”.
“E’ evidente che non possiamo sostiurci alle forze dell’ordine – prosegue Ribaudo – ma possiamo sicuramente fare la nostra parte. La circolare prevedeva inoltre, per chi avesse collaborato e avesse adottato tutte le misure di sicurezza nel proprio locale, l’applicazione dell’articolo 100 del Tulps con più cautela, nel caso di disordini. Ma non abbiamo più avuto notizie e, ancora oggi, troppi imprenditori pagano le coseguenza di una delinquenza dilagante”.
“Norme ormai vecchie”
Ribaudo punta il dito contro le norme tuttora applicate: “Quelle nei confronti dei locali notturni e i pubblici esercizi in generale risalgono a quasi mezzo secolo fa, la nostra società è cambiata, deve cambiare anche il modo di tutelarci, perché nella maggior parte dei casi penalizzano le attività. Dobbiamo già sostenere costi esorbitanti, le istituzioni devono venirci incontro”.

