ROMA – La partita giudiziaria sulla realizzazione dei termovalorizzatori di Palermo e Catania torna nell’Isola. Il Tar del Lazio si è dichiarato territorialmente incompetente a decidere sul ricorso presentato dall’Associazione Rifiuti Zero Sicilia, indicando nel Tar della Sicilia, sede di Palermo, l’organo giurisdizionale incaricato di valutare il caso.
Il ricorso contro il Piano Rifiuti
Al centro della controversia c’è l’ordinanza del novembre 2024 con cui il Commissario straordinario per la gestione dei rifiuti ha adottato lo stralcio del Piano regionale relativo ai rifiuti urbani. L’associazione ambientalista contesta non solo il piano, ma anche i bandi di gara per la progettazione tecnica, geologica ed economica dei due impianti siciliani, oltre alle successive procedure di aggiudicazione dei servizi.
La decisione dei giudici amministrativi
I magistrati romani hanno accolto l’eccezione sollevata dal Commissario straordinario, stabilendo che la competenza spetta ai tribunali delle singole regioni quando gli effetti degli atti sono circoscritti a quel territorio. Nel caso specifico, i giudici hanno ribadito che “il piano è destinato a incidere unicamente e direttamente sulla gestione dei rifiuti della Regione Siciliana”, rendendo quindi necessaria la pronuncia del tribunale amministrativo locale.
I prossimi passaggi
Con la dichiarazione di incompetenza del Tar del Lazio, il giudizio dovrà ora essere riassunto davanti al Tar Sicilia entro i termini di legge. Saranno quindi i giudici di Palermo a dover entrare nel merito della legittimità delle procedure avviate per la costruzione dei due grandi poli energetici, considerati pilastri della strategia regionale per superare l’emergenza rifiuti ma fortemente avversati dai comitati ambientalisti.

