I numeri premiano il Palermo | Iachini viaggia ai livelli di Rossi - Live Sicilia

I numeri premiano il Palermo | Iachini viaggia ai livelli di Rossi

Le prime undici giornate di questo campionato confermano l'andamento avuto dai rosanero in quasi tutte e dieci le stagioni disputate in Serie A nell'era-Zamparini. Fanno eccezione l'ultima disgraziata annata, terminata con la retrocessione, e il magico avvio della stagione 2006/2007.

PALERMO – Iachini come Delio Rossi e Guidolin. Detta così può sembrare un delirio più che una provocazione, con la massima stima per l’allenatore che ha riportato in massima serie il Palermo. I numeri, però, dopo undici partite di campionato, mettono il tecnico marchigiano sulla stessa fascia del primo Guidolin e di Rossi nell’anno in cui il Palermo arrivò in finale di Coppa Italia. Niente a che vedere col Guidolin stellare del 2006, che arrivò in testa alla classifica e nello stesso periodo preso in esame si trovava in piena lotta con Inter e Roma per la leadership in campionato, già più “avvicinabili” gli anni che per il Palermo sono valsi comunque un posto in Europa, con avversarie di calibro decisamente superiore a quelle attuali ma anche con un posto in più a disposizione. Un paragone non certo forzato, anche se la classifica del Palermo al momento non deve alimentare illusioni, che conferma la bontà del lavoro svolto dall’ex tecnico di Brescia e Sampdoria alla guida del club di viale del Fante.

Se i ventisette punti in undici giornate del 2006 resteranno con ogni probabilità un record imbattibile, Iachini può “consolarsi” nel vedere il primo Palermo in massima serie aver raccolto risultati di poco peggiori. Dodici punti in undici partite, uno in meno rispetto al Palermo attuale, prima di inanellare un filotto di quattro vittorie nel giro di cinque partite e agganciare ad un mese di distanza il quarto posto in classifica. Cammino pressoché identico per la squadra guidata da Delio Rossi nella stagione 2010/11: inizio da incubo con un punto in tre partite, seguito da una mini-scalata in classifica e quattordici punti al termine dell’undicesima di campionato. Da lì, dodici punti in cinque partite e aggancio alla zona Champions. Partenza simile, ma con meno fortuna, quella di Ballardini nel 2009. Il tecnico romagnolo portò a casa 15 punti nello stesso periodo preso in esame, ma le difficoltà del Palermo ad imporsi lontano dalle mura amiche non permise il salto di qualità nella lotta per l’Europa, terminata con i rosa fuori dai giochi a due giornate dal termine.

Alla fine, confrontando i numeri, il Palermo ha avuto sempre partenze in media con gli anni precedenti. Se si escludono lo straordinario inizio del post Calciopoli e la disgraziata stagione 2012/13, i risultati dei rosa nelle prime undici giornate oscillano tra i 12 e i 16 punti in classifica. Una media che Iachini rispetta in pieno con i tredici punti conquistati finora, ma la storia ci dice anche che da qui si può capire quale sarà l’andamento della stagione. Non è un caso se sia Guidolin che Rossi hanno svoltato con la sequenza di vittorie a partire dalla dodicesima giornata. Ripetere un filotto pari a quello dei due illustri predecessori non sembra un’impresa impossibile, calendario alla mano, ma raddoppiare i punti nel giro di poco più di un mese non può certo essere etichettata come una passeggiata di salute.

L’importante, alla luce dei veri obiettivi del Palermo, è che Iachini possa paragonarsi a Rossi e non certo al duo Sannino-Gasperini. Otto punti in undici giornate, francamente, sarebbero stati un invito a gettarsi nello sconforto, anche se all’epoca valevano l’ultimo posto e oggi darebbero ampie chances di salvezza. Essere ampiamente distanti dai disastri di due stagioni fa è l’unica cosa che conta. Il resto lo vedremo tra quattro o cinque turni. È la storia a insegnarcelo: se l’annata del Palermo sarà in lotta per la salvezza o per qualcosa di più grande, lo si potrà capire verso la fine del girone d’andata. Si parte da Genova per dimostrare di non temere paragoni col passato. Nel peggiore dei casi, almeno, avremo la consapevolezza di non trovarci nelle sabbie mobili.


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