PALERMO – Oggi gli assessori approvano. Ma ieri gridavano allo scandalo. Gli immobili che un tempo furono della Regione e ora sono del Fiprs (Fondo immobiliare e patrimoniale della Regione siciliana) andranno al Fondo Pensioni. La decisione del governo Musumeci di rendere esecutiva l’operazione è di qualche giorno fa ma la norma che autorizza l’esecutivo alla cessione del 35 per cento del fondo è targata Crocetta-Baccei.
Era il 27 aprile 2017, e per Toto Cordaro, oggi assessore al Territorio di quella giunta che ha dato il proprio “via libera” alla vendita degli immobili, la norma era addirittura “una vergogna”. Marco Falcone parlava di “truffa” mentre secondo Bernadette Grasso, oggi assessore alla Funzione pubblica, si stavano “togliendo soldi ai lavoratori per una operazione incerta”. Formale era invece la posizione di Mimmo Turano che segnalava come l’operazione non fosse allora possibile a causa della mancanza dell’organo di indirizzo e vigilanza (costituito recentemente).
Adesso come allora la manovra vale 23 milioni circa, liquidità che il Fondo Pensioni verserà nelle casse regionali come prezzo (nella delibera si parla di acconto) per il 35 per cento delle quote del Fondo immobiliare proprietario degli immobili in cui oggi la Regione sta in affitto. Dopo l’approvazione la norma era rimasta inapplicata, ma adesso, l’esecutivo Musumeci ha deciso di dare seguito proprio alla decisione che era stata fortemente avversata da quelli che sarebbero diventati i “suoi” assessori. Dal Fondo Pensioni, attualmente guidato da un commissario straordinario Fulvio Bellomo, attualmente anche dirigente generale del dipartimento regionale alle Infrastrutture, c’è il via libera.
Nel passaggio dai banchi dell’opposizione ai banchi del governo, come detto, ha cambiato opinione almeno un terzo della squadra di Nello Musumeci. Le opinioni, durante la seduta dell’Ars,infatti, allora erano tutt’altro che favorevoli. in uno dei suoi interventi l’assessore Marco Falcone, allora capogruppo di Forza Italia, portava l’esempio di un edificio di Assoro, in provincia di Enna, dove c’è un edificio che la Regione valutava oltre tre milioni e che invece avrebbe un valore di appena 200 mila euro. “Assessore – chiedeva Falcone al titolare dell’Economia Baccei -, lei è andato sul posto? E’ andato a vedere gli immobili o si è affidato ala carta? Stiamo vendendo al Fondo pensioni una cosa che ha un valore sicuramente inferiore. Questa è una truffa”. Ma adesso la stessa giunta rischia di “propinare” proprio quell’immobile ai pensionati regionali.
E pensava proprio a quei dipendenti Bernadette Grasso, allora iscritta al gruppo Grande Sud e ora assessore alla Funzione pubblica. “Si stanno togliendo soldi ai lavoratori – commentava – per una operazione incerta”.
Critico era anche Toto Cordaro che di fronte alla riscrittura della Commissione in cui si immaginava che l’Irfis facesse un prestito al Fondo pensioni affermava: “Capisco che questo Governo ci abbia abituato ai pasticci e che questi pasticci li voglia riproporre almeno per i prossimi tre anni – commentava Cordaro – alle future generazioni e soprattutto ad un incolpevole futuro Governo che, certamente, non vedrà alcuno dei presenti seduto su questi scranni, perché è vergognoso immaginare che alla fine si arrivi ad un prestito. – e poi proseguiva Cordaro: – Ma che cos’è “Rischia tutto”? Si dice una cosa e poi si cambia. E poi si cambia ancora”.
E adesso, per ironia della sorte, l’opinione cambia ancora mentre la Regione non è in grado di conoscere, ora come allora, il valore attuale degli immobili. C’è qualcosa di nuovo sotto il sole: all’orizzonte si affaccia, infatti, comunque un’ulteriore perdita di valore. Almeno stando ai piani della stessa giunta.
Se è vero, infatti, che per la costruzione del centro direzionale della Regione Siciliana è assai lontana dall’essere realtà, la scelta del governo è stata fatta: gli attuali uffici regionali così fra qualche decennio si svuoteranno e saranno trasferiti nel “pirellone siciliano”. In quel momento però, la Regione non pagherà più affitti e al Fondo pensioni rimarranno gli uffici vuoti. Dopo averli comprati con i soldi dei pensionati.