“Io invito tutti alla calma e alla pacatezza”. Il segretario provinciale dell’Idv, Pippo Russo, getta acqua sul fuoco e tenta la mediazione dopo le critiche del consigliere dipietrista Alberto Mangano sulle modalità di elezione del presidente di Sala delle Lapidi, Totò Orlando, e sul vice dell’Udc Salvatore Finazzo. “I palermitani vogliono vederci lavorare – dice Russo – evitiamo di apparire divisi”.
Segretario, si aspettava la presa di posizione di Mangano?
“No, onestamente no. Non mi è sembrata una buona idea, non vedo la materia del contendere. E, inoltre, invito tutti alla calma e alla pacatezza. Ad avvio di consiliatura, i palermitani vogliono vedere coesione, presenza, puntualità e alta produttività, che è peraltro l’invito che ho rivolto a tutti i consiglieri fin dal primo giorno. Evitiamo di farci vedere divisi”.
Cosa non ha condiviso di quel ragionamento politico?
“È buona norma, quando si vuole discettare di nuova e vecchia politica, cercare di non essere personalmente coinvolti e guardare agli interlocutori, che sono persone con cui si è condiviso un pezzo importante della propria storia. Non farlo è un po’ come rinnegarsi. Abbiamo fatto un percorso insieme, Mangano sa bene che non ci sono vecchi politicanti o una cultura da vecchia politica tra i dirigenti del partito, a cominciare da me. Poi, entrando nel merito della questione, vediamo se c’è una democrazia sostanziale oltre a quella formale. Molti consiglieri non si conoscono nemmeno fra di loro, e per questo in diversi hanno chiesto loro stessi una proposta dal partito dopo averli consultati. Ed era giusto che il partito proponesse un disegno armonioso delle diverse cariche, mettendo insieme esperienza e storia degli uscenti e anche la giusta spinta in avanti per chi è entrato adesso. Abbiamo dato molto spazio ai giovani e alle donne, ed è un fattore molto importante. Abbiamo fatto delle scelte coraggiose e condivise. Poi c’era il problema che nessuno voleva fare il capogruppo, probabilmente perché è un incarico gravoso. Abbiamo scelto chi lo ha fatto bene, cioè l’uscente Aurelio Scavone, che ringrazio per il senso di responsabilità e di servizio che ha voluto dimostrare, lui che aspirava legittimamente alla presidenza. Dire che chi è stato eletto presidente forse non è rappresentativo della città, è ingeneroso ed è la conferma che forse c’è un coinvolgimento personale. Totò Orlando ha una sua storia nel partito, legata all’esperienza della Rete, assessore per anni della giunta Cipriani, si è distinto per le molte denunce sulle società partecipate”.
Cosa pensa dell’elezione di Salvatore Finazzo?
“Lì la dinamica è stata abbastanza chiara. Come ho già detto, la ricreazione è finita. Anche qui, andiamo alla sostanza e non alla forma. Abbiamo preso come una provocazione da parte del Pd il proporci una persona come Giuseppe Milazzo così legata al passato rappresentato da Cammarata. Non è possibile o pensabile una cosa del genere, tutti dobbiamo scrivere una nuova pagina di storia. Non ci deve essere nessun equivoco o ambiguità, c’è stata una reazione democratica dei consiglieri al patto Pd-Pdl, inaccettabile anche per la proposta politicamente inaccettabile. L’altra alternativa era un uomo di Lombardo. Alla fine ci si è determinati in questa maniera”.
Teme contraccolpi nel gruppo consiliare?
“No, assolutamente no.Il gruppo è composto da persone straordinarie, tutte e 30. Il partito ha compiuto scelte difficili, dovendo anche mediare, ma ribadisco che i cittadini vogliono assistere ad altri spettacoli, guardiamo alle cose più importanti. Non diamo segnali di divisione. E poi parliamo di un consigliere, Mangano, indicato per, per la sua esperienza e professionalità indiscutibili, la presidenza di una delle commissioni più importanti, quella sull’Urbanistica”.