I precari dell'Università protestano | "Siamo un esercito senza futuro" - Live Sicilia

I precari dell’Università protestano | “Siamo un esercito senza futuro”

Ricercatori, dottorandi, borsisti si riuniscono a Palermo in vista della manifestazione nazionale.

L'ASSEMBLEA
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PALERMO – Università precaria. Anche a Palermo scatta la mobilitazione dei ricercatori precari determinati, indetta da Flc Cgil e Adi, che confluirà nell’assemblea generale del 17 novembre alla Sapienza di Roma, dove andrà una delegazione. L’appuntamento è oggi all’assemblea dei ricercatori precari dell’Università di Palermo “Perché noi no? Stesso lavoro, stessi diritti”, che si tiene alle ore 15,30 presso l’aula Capitò dell’edificio 7 di Ingegneria in viale delle Scienze.

L’assemblea sarà coordinata da Chiara Cappadonia, della Flc Cgil Palermo e da Carmelo Galati Tardanico, dell’Adi Palermo (associazione dottorandi e dottori di ricerca). Interverranno: Tito Russo, del forum precari Flc Cgil piattaforma ricercatori determinati; Barbara Gruning, del forum precari Flc Cgil docenti a contratto, Silvio Bologna, ricercatore presso il dipartimento di Giurisprudenza UniPa.

“L’assemblea di oggi è a carattere regionale, abbiamo invitato i precari di tutte le sedi universitarie siciliane. Si tratta di un ulteriore passo verso la manifestazione nazionale. Noi precari determinati insegniamo come gli altri, facciamo ricerca come gli altri, siamo necessari ma restiamo invisibili. Perché noi no? – interviene Chiara Cappadonia, della Flc Cgil Palermo – Ormai si è visto, c’è stato il sorpasso, il 56 per cento del personale accademico è a tempo determinato. Esiste ormai una varietà di contratti sempre meno gestibile e sempre più ricattabile, in cui il personale opera con prospettive indefinite. Ci sono assegnisti, borsisti, dottori, dottorandi, contrattisti, ricercatori a tempo determinato di tipo a e di tipo b. E chi riesce a passare al tempo indeterminato è solo una minoranza”. “Siamo – aggiunge Chiara Cappadonia – un esercito senza futuro, già due generazioni di precari in stand by, ricercatori di trent’anni con ancora gli over 40 in attesa. Una situazione di crescente difficoltà, acuita dalla distribuzione dissennata dei fondi, dai tagli continui, dal blocco del turnover”.


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