I verbali del pentito Baglione: |"Ecco i nomi di chi comanda” - Live Sicilia

I verbali del pentito Baglione: |”Ecco i nomi di chi comanda”

(nella foto, un'immagine del blitz Bingo)

Il 21enne sarebbe stato il braccio destro di Alessandro Liotta, vicino al clan Laudani.

LE RIVELAZIONI
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CATANIA. C’è anche Alessio Baglione tra i 46 indagati dell’inchiesta Sim Swap che ha consentito di sgominare un’organizzazione, operante nell’area ionica, dedita alle frodi ed alle truffe online. Su un conto a lui intestato sono confluite, come emerso dagli accertamenti compiuti dagli agenti della Polizia Postale di Catania, parte delle somme rubate da due conti correnti intestati ad un uomo residente in provincia di Napoli. Il 21enne, non indagato per associazione, risulta essere uno dei tanti prestanome utilizzati dal gruppo per trasferire velocemente il denaro sottratto alle vittime. Ma non è la prima volta che il suo nome compare nelle carte di un’inchiesta giudiziaria. Alessio Baglione è infatti uno dei tre collaboratori di giustizia ad aver confermato le accuse nei confronti di Alessandro Liotta, ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Laudani e accusato di essere il capo promotore di un’organizzazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti, operativa a Giarre almeno fino al novembre del 2015. Liotta, arrestato nel febbraio dello scorso anno nell’ambito dell’operazione Bingo condotta dai carabinieri della Compagnia di Giarre, lo scorso aprile è stato condannato in primo grado dal gup a 16 anni di reclusione.

Strettissimo, stando al racconto del giovane pentito, il rapporto che lo avrebbe legato tra l’agosto ed il novembre del 2015 ad Alessandro Liotta, conosciuto da tutti con il soprannome di “faloppa”. Quest’ultimo lo avrebbe ospitato nella propria abitazione, offrendogli vitto e alloggio, dopo averlo trovato a dormire alla stazione ferroviaria di Giarre. Da quel momento il 21enne, fuggito da una comunità e con alle spalle una difficile situazione familiare, diventa un collaboratore di Liotta. “Ho conosciuto un certo “faloppa” che ero con lui mi sono messo lui è il capo di Giarre e io sono con lui”, racconta ai magistrati. Il giovane, che si autoaccusa di aver fornito al gruppo il proprio aiuto per il trasporto di alcuni quantitativi di droga, diventa in poco tempo l’ombra di Liotta. “Dove andava lui ci andavo io sempre”, dichiara. Il collaboratore di giustizia racconta agli inquirenti i luoghi fissati per gli incontri organizzativi. “Al bar Today o a casa di faloppa, che faloppa praticamente c’ha le telecamere – spiega ancora – Sì, che vede chi passa e chi non passa”. Ma Baglione ricostruisce anche dove avvenivano i rifornimenti di stupefacente e il successivo spaccio della droga. “…la prendeva in tanti posti…OMISSIS…delle certe persone che non so il nome…mi ricordo l’ha presa ad Acicatena, a Paternò l’ha presa”. Ma più spesso a Catania. Piazza Carmine o il Camposanto vecchio a Giarre, l’area alle spalle della Chiesa Madre, le zone più gettonate invece per la vendita. E poi ancora, la cassa comune. Anzi, le due casse tenute in casa da “faloppa”. In una sarebbero confluiti propri i soldi derivanti dallo spaccio.

Ma sarebbero tante altre le dichiarazioni rese dal 21enne agli inquirenti dopo la rottura dei rapporti con Alessandro Liotta, avvenuta circa tre mesi dopo la conoscenza. Rivelazioni che potrebbero aver aperto agli inquirenti nuovi interessanti scenari sul comprensorio giarrese. A rendere, tra l’altro, particolarmente credibili i racconti del pentito due fattori: si è presentato spontaneamente agli inquirenti e si è autoaccusato di aver commesso alcuni reati. Non solo. Le sue dichiarazioni combacerebbero con quelle rese da un altro collaboratore di giustizia, Giuseppe Liotta, affiliato al clan Scalisi di Adrano.

 

 

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