Qualcuno zoppica, ma ce n’è persino uno finito ai domiciliari. I sette pretendenti scesi in campo per rilevare lo stabilimento Fiat di Termini sono stati passati ai raggi X da Eliana Marino in un articolo pubblicato nel nuovo numero di “S”: a partire, per l’appunto, da Corrado Ciccolella, presidente e amministratore delegato della società del settore florovivaistico che porta il suo nome e che a Termini vorrebbe realizzare serre con pannelli fotovoltaici integrati, finito ai domiciliari con l’accusa di aver usato diversi milioni di finanziamenti europei per fini diversi da quelli per i quali erano stati concessi e poi scarcerato.
E poi c’è De Tomaso, ex Pininfarina, che a Termini dovrebbe produrre un nuovo crossover, da oltre un anno tiene i 900 lavoratori di Grugliasco in cassa integrazione, in attesa che vengano avviati i corsi di formazione, oppure il finanziere Simone Cimino che in Sicilia, con la sua Cape, ha già investito su Ice Cube Impianti, che ha chiuso in perdita sia il 2009 che il 2008, o la T-Link di Navigazione, che ha raggiunto a luglio 2010 perdite superiori al capitale, o la Einstein Multimedia, venuta dall’esperienza in chiaroscuro di Agrodolce. Tre, invece, sono le new entry: Biogen Termini spa, società che si occupa di impianti di stoccaggio e lavorazione delle biomasse, New Coop, azienda piemontese, con sede a Novi Ligure, che si occupa di piattaforme logistiche e di svuotamento e riempimento di container e silos e Lima-Lto spa, che opera nel settore dei prodotti elettromedicali ad alta tecnologia. A queste si aggiunge la “manifestazione d’interesse”, giunta però in ritardo al ministero, della DR Motor, gruppo molisano guidato da Massimo Di Risio, che vorrebbe produrre in Sicilia quattro modelli (l’obiettivo è di 60.000 auto all’anno), rilevando lo stabilimento nella sua totalità e mantenendo il ciclo produttivo previsto dall’attività industriale della Fiat.
Gli investimenti complessivi programmati ammontano a un miliardo e 600 milioni di euro nel triennio 2011-2013, che Stato e Regione siciliana interverranno con oltre 450 milioni di finanziamenti (100 milioni di euro messi dal ministero, e 350 milioni a carico della Regione) e che la ricaduta occupazionale prevista è di 3.300 addetti, superiore quindi rispetto agli attuali 2.200 lavoratori dello stabilimento e dell’indotto. Un primo step prevede il riassorbimento dei 1.500 dipendenti Fiat al termine dei primi 12 mesi, ma le aziende si sono impegnate a concludere gli investimenti al più tardi in 36 mesi.