PALERMO – “Non c’è un immediato rischio default per l’ateneo palermitano ma è chiaro che una riduzione di 400 milioni di euro al fondo ordinario di finanziamento del sistema universitario nazionale ci indurrebbe a una revisione al ribasso alle previsioni per il 2013 con un danno alle attività didattiche e di ricerca”.
Lo dice il rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla. L’ateneo palermitano ha chiuso con un avanzo di 6 milioni e 700 mila euro il bilancio consuntivo 2011, segnando un’inversione di tendenza, dopo un decennio di conti in rosso, mentre si appresta a chiudere ‘in pareggio’ quello del 2012. “La denuncia del ministro Profumo – aggiunge Lagalla – che fa seguito a quella del Crui, è condivisibile e pertinente, dato che tutti gli atenei hanno subito negli anni tagli consistenti al fondo di finanziamento ordinario. Palermo ha portato avanti un opera di risanamento dei conti”.
“Entro metà gennaio – prosegue – dovremo approvare il previsionale 2013, dove abbiamo già stimato una modesta riduzione dei finanziamenti per il nostro ateneo, che in media incide per il 3 per cento sul fondo ordinario di finanziamento che complessivamente è di circa 7 miliardi di euro. Siamo sufficientemente protetti per il 2013 ma una riduzione di 400 milioni di euro del fondo ordinario è chiaro che comprometterebbe attività didattiche e di ricerca”.