Iachini vuol chiudere in bellezza |"Europa? No, tre punti a Bergamo" - Live Sicilia

Iachini vuol chiudere in bellezza |”Europa? No, tre punti a Bergamo”

Il tecnico rosanero alla vigilia dell'ultimo impegno del 2014 contro l'Atalanta di Colantuono: "Siamo chiamati a buttare in campo tutte le energie rimaste ancora una volta per cercare di fare una partita importante. Non abbiamo mai pensato all'Europa, a Palermo ho trovato continuità nel progetto".

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PALERMO – Beppe Iachini vuole scrivere nuovi record, il primo su tutti quello di otto risultati utili consecutivi contro l’Atalanta per la sedicesima giornata di A, ultimo impegno ufficiale del 2014. Ecco perchè il Palermo è partito un giorno prima (venerdì, ndr) alla volta di Bergamo per preparare al meglio l’ultima trasferta prima della pausa per le feste di Natale.

Il tecnico di Ascoli Piceno, intervenuto in sala stampa, ha precisato ancora una volta a filosofia che contraddistingue questo ottimo periodo di forma dei suoi ragazzi: “Dobbiamo continuare come abbiamo fatto fino ad oggi, lavorando con serietà ed umiltà, pensando che ogni partita che arriva è quella più importante, preparandola al meglio e andando in campo concentrati, attenti, perché ovviamente in serie A non ci sono avversari facili. In ogni partita dobbiamo pensare a fare la migliore prestazione possibile per portare a casa punti. Queste sono cose che andando in là col tempo potremo valutare, quello che interessa oggi è dare continuità alle prestazioni e alla crescita per cercare di coniugarci i risultati”.

L’avversario è di quelli tosti e Iachini non si nasconde dietro un dito: “L’Atalanta ha anche un lavoro dietro, perché Colantuono è un allenatore bravo e ha quattro anni di lavoro con questa squadra, in questo ambiente. È un gruppo di giocatori che si conosce bene, lavorano insieme da quattro anni e ogni anno hanno inserito elementi di esperienza e qualità. Il Palermo è chiamato necessariamente a fare una grande partita in un ambiente difficile per portare a casa il risultato. Dovremo affrontarla con personalità, organizzazione e giusto spirito, perché ci sono tutte le difficoltà del caso. Dobbiamo prepararci bene, non a caso abbiamo voluto prepararla andando in ritiro un giorno prima, cercando di fare del nostro meglio”.

Il compito di un buon leader in panchina è anche quello d’allontanare le sirene piacevoli delle lodi, indistintamente se arrivano dalla critica o dalla tifoseria. In questo caso Iachini spegne sul nascere l’incendio che può alimentare una ‘zona Europa’: “È quello che ho detto alla squadra sin dall’inizio della settimana e Stefano è stato bravo a riportarlo perché sono partite delicate. Un pò come quando lo scorso anno siamo andati a Crotone all’ultima dell’anno, prima delle feste. Sono sempre partite delicate. Noi dal ritiro ad oggi abbiamo fatto un grande lavoro dal punto di vista della tenuta fisica e dell’intensità, non possiamo fare altrimenti. Siamo chiamati ancora a buttare in campo tutte le energie rimaste, sia fisiche che mentali che nervose, per cercare di fare una partita importante. Poi avremo modo di ricaricare le batterie e ripartire. Ci vuole anche a livello mentale qualcosa in più”.

Il Palermo chiude il 2014 come una delle formazioni più offensive del campionato. Il dato dei gol segnati rimane però l’unica nota stonata del reparto, Iachini la pensa in questo modo: “Noi siamo una squadra che porta due attaccanti, due interni e due esterni a presidiare la trequarti e l’area di rigore avversaria quando va ad offendere. Chiaro che una volta che viene fatto questo, qualcosa possiamo anche concederla, però è un modo di attaccare nel quale non importa con quanti attaccanti giochi, ma con quanti uomini accompagni l’azione d’attacco. Soprattutto, non volendo dare punti di riferimento precisi con gli attaccanti, portiamo spesso gli esterni e i centrocampisti dentro l’area di rigore. Qualche volta possiamo rischiare ma più passano le giornate più stiamo ricercando quel particolare che può farci ancora migliorare. Dobbiamo però riconoscere che in qualche circostanza ci sono stati più errori individuali che di organizzazione di reparto, questi possono capitare. Li possiamo far noi, così come gli altri. C’è da dire anche che in serie A, dall’altra parte, trovi giocatori che in qualsiasi momento della partita ti possono andare a far saltare il banco con un gol o con una situazione di pericolo. Siamo noi, viceversa, a dover migliorare sul piano della concretezza, perché se crei dodici occasioni importanti e arriviamo in superiorità numerica negli ultimi venticinque metri come è successo a Torino è chiaro che bisogna essere più bravi nella lettura della scelta giusta. Sono cose che ti vanno a determinare la partita, anche sul piano psicologico”.

A chi gli chiede se le aspettive di inizio stagione fossero minori rispetto a quelle che si stanno realizzando in questo momento l’ex tecnico di Brescia e Siena non glissa ma rilancia: “Quando inizio un lavoro penso ad iniziare da zero, portando col mio staff le mie metodologie di lavoro e una mentalità propositiva, vincente, per non accontentarci di poco. Quando siamo arrivati a Palermo volevamo riportare un gruppo a migliorare individualmente e collettivamente, ad avere un’organizzazione, una mentalità ed un’idea di gioco, oltre che riportare entusiasmo nei nostri tifosi. Penso che strada facendo hanno capito che il lavoro che si sta facendo è un lavoro importante, anche di valorizzazione dei giocatori. Continuiamo il nostro percorso confidando in una certezza: che il lavoro paga sempre. È successo altre volte in anni passati ed eravamo tranquilli che potesse succedere anche qui a Palermo, perché sapevamo di lavorare in un ambiente giusto, con un presidente che ha la stessa voglia di vincere nostra e che ama le persone che lavorano. Oggi è soddisfatto della squadra ma ancora non abbiamo fatto nulla. C’è ancora voglia di fare e di vincere. Non li vedo i record. Mi interessano quelli del Palermo, della squadra, dei miei giocatori. Non ci faccio caso”.

Da giocatore rosanero Iachini si segnalò all’attenzione dei club di serie A, collezionando poi diverse presenze nella massima serie, allo stesso modo da allenatore del Palermo sembra aver trovato la sua dimensione: “In passato non ho avuto modo e tempo di lavorare con una certa continuità. Ogni allenatore ha un suo percorso – afferma Iachini – , in certi ambienti non è facile dare vita ad un progetto. Al Brescia sono andato via con la squadra salva e mi hanno richiamato dopo nove partite con la squadra ultima in classifica staccata di sette punti e a momenti ci salviamo. Tanti di quei ragazzi erano esordienti. A Siena sono arrivato con la squadra ultima e con sei punti di penalizzazione, dopo quindici giorni abbiamo venduto tredici giocatori per i problemi legati al Monte dei Paschi, eppure a momenti ci salvavamo. Ci siamo incontrati a Palermo, l’abbiamo vissuta insieme quella stagione, però il Palermo a gennaio li comprò i giocatori, noi li dovemmo vendere. Nonostante questo, con degli sconosciuti e con ragazzi pagati poco, nel girone di ritorno abbiamo fatto qualcosa di eccezionale. Io vado comunque avanti per la mia strada, convinto che il lavoro paghi. Magari non faccio cose che facevo dodici anni fa, la gavetta vale per tutti. Oggi mi sento più ricco e più pronto a portare avanti un certo tipo di progetto”.

L’anno scorso il tecnico rosanero uscì dal cilindro la carta Vazquez, rivalutando quello per che per molti era un giocatore fuori dai piani della società. A chi gli chiede se lo stesso recupero non possa verificarsi su Della Rocca Iachini risponde: “Come per tutti i ragazzi, lo stiamo riportando in gruppo dopo un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi per sei-sette mesi. È un giocatore che sta qui con noi e vogliamo rimetterlo in carreggiata per cercare di trarre qualcosa anche da lui sotto l’aspetto tecnico, tattico e fisico. Ci stiamo lavorando. È un interno di centrocampo, può giocare sia a tre che a due in mediana. Lui a Siena ha fatto entrambe le cose, adesso deve riprendere il suo cammino però è un ragazzo di qualità, vedremo più avanti cosa succederà. Tutti i giocatori che abbiamo sono i migliori al mondo e dobbiamo trarne il massimo, questa è la nostra filosofia”.

A Bergamo dovrebbe invece tornare dal 1′ Edgar Barreto: “Dovrebbe. Ieri si è allenato, ha giocato una parte della partitella. Oggi abbiamo un altro allenamento, è rientrato col gruppo ma non diciamo nulla. Se sta bene gioca. Poi dopo vediamo. Non ci sono oggi i presupposti di rischio come è successo la scorsa settimana”.

Dall’altra parte ci sarà da arginare gli esterni orobici: “Loro lì hanno alternato Gomez e D’Alessandro, due giocatori rapidi, o addirittura spostare Moralez a fare l’esterno per inserire Boakye o Bianchi. Sono cose che hanno fatto a volte a gara in corso, altre dall’inizio. Noi rispettiamo i nostri avversari, sappiamo che sono molto qualitativi, dovremo pensare a noi, a prescindere dai loro interpreti”.

Il Palermo da trasferta sembra essere più sciolto rispetto a quello visto al ‘Barbera’, Iachini non la pensa così: “Anche in casa abbiamo fatto ottime partite: con l’Inter, con la Lazio dove per sessanta minuti abbiamo tirato solo noi o col Sassuolo. Noi però non parliamo di partite in casa o fuori casa, per noi non vuol dire nulla. È solo una constatazione, magari lontano dai nostri tifosi sappiamo comunque di averli vicino. Non deve cambiare l’indole di una squadra, noi andiamo a fare la nostra partita sia in casa che fuori, con la nostra voglia di far gioco e con la nostra indole. A volte ci riusciamo meglio, a volte un po’ meno, ma fa parte della crescita del gruppo. Mi fa piacere che si faccia bene in trasferta ma noi andiamo avanti sempre su quel discorso, non ci tiriamo indietro su niente. Per mentalità, e i ragazzi lo sanno, non mi piace di parlare di partite in casa o fuori. Il Palermo deve andare in campo a fare la sua partita con personalità e con la voglia di fare più punti possibili, dal primo al novantacinquesimo minuto. Sempre”.

In molti vedono in Enzo Maresca una sorta di ‘talismano’. Da quando Iachini lo ha schierato dal 1′ il Palermo non ha più perso una partita: “Allora lo devo far giocare sempre, speriamo vada bene (ride, ndr). Non siamo superstiziosi, però… Mi fa piacere per Enzo, però io ragiono da gruppo. Lui è un giocatore importante per il nostro gruppo, l’abbiamo preso lo scorso anno per le sue caratteristiche e siamo contenti per quello che sta facendo, che giochi o meno. È da valutare il fatto che anche quando ha giocato meno, la squadra ha comunque fatto delle buone gare. Magari non ha portato a casa i punti che meritava, ma le prestazioni sono state buone”.

Infine una battuta sul mercato: “Una richiesta a Babbo Natale? Alla Befana, di ‘sti tempi… (ride, ndr)”.


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