Non è una stabilizzazione di massa. Ma una “promessa” di stabilizzazione certamente sì. Nella manovra finanziaria approvata dalla giunta due giorni fa e presentata ai sindacati confederali, all’articolo 81 del ddl, è prevista la costituzione del “Bacino unico del personale”. Di cosa si tratta? Semplice: come spiegato dal testo, è “un’apposita banca dati relativa a tutto il personale, sia a tempo indeterminato sia a tempo determinato, utilizzato dalle Amministrazioni regionali, nonché dagli istituti, aziende, agenzie, consorzi, società a totale o parziale partecipazione regionale, organismi ed enti regionali comunque denominati, sottoposti a tutela e vigilanza dell’amministrazione regionale che usufruiscono di trasferimenti diretti da parte della stessa, al fine di costituire il bacino unico del personale del settore pubblico regionale allargato”.
Insomma, un elenco del personale attualmente in carico alla Regione. Compreso quello operante negli enti partecipati. E comprendente qualsiasi tipo di rapporto (indeterminato e determinato). Di questa lista, in pratica, la Regione si servirà (“per motivate esigenze”, ci mancherebbe) per effettuare eventuali assunzioni nella pubblica amministrazione. Ma questa notizia allarma i sindacati. “Il governo regionale – scrivono i Cobas Codir in una nota – nelle ‘Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2012’, prepara la stabilizzazione senza concorso di tutto il personale assunto per chiamata diretta nelle Società partecipate”.
“Finalmente – aggiungono – tutti i parenti ed amici inseriti nelle apposite aree di parcheggio, le società partecipate, in cui sono stati assunti senza alcuna procedura ad evidenza pubblica, potranno essere assunti nella pubblica amministrazione sulla base della qualifica posseduta al momento della chiamata diretta”.
Insomma, questa idea del “bacino unico” sarebbe l’alternativa ai concorsi, che non si espletano alla Regione da decine di anni. Ma il coinvolgimento delle società partecipate, spesso al centro di polemiche per le procedure poco trasparenti delle assunzioni e i nomi troppo “familiari” degli assunti, hanno fatto sobbalzare i sindacati: “Auspichiamo che questa norma possa essere rivista – hanno aggiunto i segretari generali dei Cobas Codir Dario Matranga e Marcello Minio – perché la sua approvazione sarebbe un atto fortemente lesivo dei principi costituzionalmente garantiti dall’articolo 3 e 97 che regolamentano l’accesso nella pubblica amministrazione per concorso”. Ora, potrebbe bastare solo un… “bacino”.