Sicilia, norma salva-ineleggibili all'Ars: incognita sulla manovrina

L’incognita della ‘salva-ineleggibili’ sui milioni della manovrina all’Ars

Ipotesi stralcio per un articolo che agita anche la maggioranza
IL PARLAMENTO REGIONALE
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PALERMO – L’appuntamento con l’aula è fissato per il pomeriggio, ma prima una conferenza dei capigruppo per sciogliere un nodo che rischia di complicare l’approvazione del Collegato ter all’Ars. Lo scoglio è la norma ‘salva-ineleggibili’ inserita nel maxi-emendamento alla manovrina, dove hanno trovato posto una miriade di mini-finanziamenti bipartisan. Una intesa, suggellata anche da un selfie che non è andato giù al Partito democratico assente al momento del voto in Commissione, su una pioggia di contributi per grandi e piccole manifestazioni o enti in giro per la Sicilia. Stanziamenti che hanno messo d’accordo tutti, maggioranza e opposizioni (dem compresi), grazie a un bonus di una ventina di milioni. Nel maxi-emendamento c’è un po’ di tutto: contributi ai Comuni per iniziative natalizie e promozione del territorio, ma anche finanziamenti per associazioni ed enti. Il Comune di Catania incasserà 200mila euro per il Capodanno 2024. L’associazione FederAgri ne otterrà 150mila per iniziative nel settore agroalimentare in vista di Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025. Sono soltanto due esempi appartenenti a un lungo elenco di bonus che copre la Sicilia da est a ovest.

La norma salva-ineleggibili

Gli occhi però sono puntati sull’articolo 4 del maxi-emendamento con il quale si indica la strada per una diversa interpretazione della legge che impedisce l’elezione a Palazzo dei Normanni di alcune figure: tra queste i vertici o i dipendenti degli enti controllati o vigilati dalla Regione. Una “interpretazione” nuova della norma che incide sulle cause civili al momento in corso per quattro deputati: il presidente della commissione Bilancio Dario Daidone (FdI), con i colleghi di partito Nicola e Giuseppe Catania, e Davide Vasta (Sud chiama nord). Il cambio di regole in corsa annullerebbe le cause di ineleggibilità, facendo svanire i sogni dei quattro ricorrenti nei rispettivi seggi degli eletti: Carmelo Nicotra, Peppe Bica, Salvatore Scruvera e Santo Primavera. Quest’ultimo ha anche scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per denunciare la vicenda.

Mal di pancia anche nella maggioranza

La norma, inserita con la pioggia di milioni che esaudiscono le richieste dei deputati per i propri collegi di appartenenza, non piace al Pd. I dem con il segretario regionale Anthony Barbagallo, hanno annunciato l’invio delle carte alla magistratura. In mattinata anche il leader di Sud chiama nord, Cateno De Luca, ha tuonato contro la ‘salva-ineleggibili’: “Non abbiamo votato questa porcheria politica”. Forti mal di pancia anche da parte della Lega, partito interessato ad alcuni dei possibili subentranti all’Ars. Tensioni che oggi potrebbero emergere in Aula, a meno che la conferenza dei capigruppo non disinneschi il pericolo stralciando la norma dal maxi-emendamento.

Ipotesi stralcio della salva-ineleggibili

Con il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno poco incline alla norma (“In questa vicenda non ci sono verginelli”, ha confidato l’inquilino di Torre Pisana a La Sicilia, quotidiano che per primo ha svelato la vicenda), una via d’uscita possibile potrebbe essere lo stralcio della norma ordinamentale inserita del maxi-emendamento. Una mossa che contribuirebbe a spianare la strada definitivamente alla manovra di assestamento. L’impianto fondamentale del testo è stato già votato: ci sono norme importanti come i 50 milioni destinati all’abbattimento degli interessi dei mutui a tasso variabile. Ora si attende l’ok al maxi-emendamento e poi il voto finale su una manovra più volte definita “preparatoria” in vista della Finanziaria.


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