PALERMO – Avete presente la scena di un film di Ficarra e Picone, quando Tony Sperandeo dice: “Tutto a posto”, un secondo dopo si accascia sconsolato e ripete: “Tuttapposto a...” con l’appendice di una parolina femminile che in siciliano è un riferimento figurato all’organo sessuale? Ecco, è pressapoco quello che è successo al presidente Rosario Crocetta che, una mattina, si è alzato. Ha poggiato il ditino sulla tastiera, scrivendo (lui o chi per lui) su fb: “Buongiorno a tutti”. A bruciapelo, Bruno Mirabelli ha risposto: “Saro o curchiti”, dando la stura a una gragnuola di colpi a mezzo web. Infatti, il “curchiti”, l’invito a coricarsi di chiara definizione catanese o di quelle parti è stato solo il primo cazzotto virtuale. Altri ne seguirono. Bisogna specificare che l’incauto saluto governatoriale veniva dopo l’approvazione di un bilancio e di una finanziaria che hanno fatto storcere la bocca ai più: tanto sono apparsi ispirati all’esecrato canovaccio cuffarian-lombardiano.
Saro ha tentato di cavarsi d’impiccio, tirando la consolante coperta del malaffare che lui, immacolatamente vigile, avrebbe debellato. Era troppo corta. Rischi delle rete senza rete. Prima, per aggredire un Fanfani qualunque dovevi propriamente tirargli le orecchie, come in effetti accadde con tanto di documentazione fotografica che sottolinea la faccia paonazza di Amintore mentre un sadico militante gli strazia i lobi. Ora, per mettersi a tu per tu, basta facebook.
E vediamo i commenti. Alessandro Ale accusa: “Soldi ad amici, tagli al sociale”. Trattasi di un grillino, come si evince dallo stemma a Cinque Stelle. Saro, consolati, si sa che i grillini criticano per partito preso. Tutto a posto. Gianluigi Marotta infila il ditone nella piaga infetta: “Signor Presidente se questa è la sua Rivoluzione possiamo dormire sogni tranquilli”. Gianluigi legge “Il Fatto” e si sa che quelli sono pure peggio dei grillini. Saro, consolati. E poi come si permettono di brandire contro di te proprio la rivoluzione che è il tuo marchio di fabbrica, fino al punto che si dice in giro che l’abbia inventata tu? Tutto a posto.
Sicilia Stato Indipendente: “Crocetta sei vergognoso. hai tolto i finanziamenti per le cure ai malati oncologici terminali, hai tagliato i fondi al sociale, però hai tenuto 25 milioni di euro privilegi della tabella H, per non parlare di quello che stai combinando con lo statuto siciliano! Sei solo bravo a parlare”. Saro, sarà un separatista, un leghista in salsa locale. Tutto a posto. Però, se uno ci pensa bene: “Tutto apposto a..”. Eccetera eccetera. Le contestazioni non si fermano, invadono la pagina presidenziale. Tracimano. Esplodono. Carrellata in rapida serie. Maurizio Galvagno: “Buon giorno un cavolo: credo che il Suo buon giorno d’ora in avanti lo possano gradire tutti coloro che hanno a che fare con la famigerata TABELLA H. Sicuramente non io!!!” (lasciamo il maiuscolo affinché si apprezzi anche visivamente la vis polemica, ndr). Il lapidario Enrico Palmieri: “Pessimo”.
Salvo Piera Casucci (una donna): “Presidente qua qua qua è stato una grande delusione……..”. Giuditta Bellerio Sidoti utilizza un paradosso iperbolico: “Crocetta LA NULLIFICAZIONE DEL NULLA NULLIFICANTE. DIMETTITI !!!” (si notino i tre punti esclamativi, senza risparmiare, nonostante la crisi). Gio Rico: “BRAVO!!!!!! i disabili ringraziano per la tabella H!!!! ai disabili tolti i fondi!!! come va a dormire la sera? si guarda allo specchio? non si fa schifo??? Ovvio vale per tutti i parlamentarucoli che hanno approvato questo schifo!!!”.
Mantello Filippo pone una critica cruciale per l’epopea crocettiana: “Era tempo di smettere di buttare soldi sudati con la tabella H!! Ti è mancato il coraggio?”. Ci sono i simpatizzanti, tra cui un operaio Gesip. Sono assai di meno degli antipatizzanti. E, soprattutto, si esprimono con una verve più moscia. Fanny Carteny insorge (subito rimbeccata): “Ma quanto parlate, ma quanto criticate. Pensate che il Presidente possa fare tutto e subito? Ma non vi lamentavate quando c’erano i mafiosi al potere,vero????”.
Qui è tracciata una mappa minima dei rischi che si corrono, diventando “facce da web”, con l’onere di una poltrona prestigiosa. Il popolo che ama sempre il predecessore, più che il successore – come ci ricorda Pietrangelo Buttafuoco – non lesina tirate d’orecchie di fanfaniana memoria, fisicamente meno dolorose, spiritualmente urticanti. L’impressione che si ricava non è ancora, non del tutto, la parabola di una stella in declino. Siamo nel velo dell’opacità che immancabilmente avvolge ogni presunta lieta novella in Sicilia. Scrive Paola La Monica, offrendo un salvagente: “Purtroppo i nemici di Crocetta sono all’interno del suo partito e spesso lo paralizzano. Si dovrebbe scendere in piazza a gridare in faccia “Vergogna” a chi vuole che la Sicilia rimanga nel fango!”. Bellissima questa idea dei sabotatori acquattati nell’ombra che tramerebbero contro l’Immacolato. Crocetta stesso in una intervista con noi si è difeso: “”Avevo promesso di abolire la Tabella H? Sono stati i deputati a mantenerla, ma dal prossimo anno cambia tutto”. Cattivacci. C’è un altro politico insuperabile nell’attribuzione della colpa agli altri. Si chiama Silvio Berlusconi. Ricordi, Saro? Vi hanno pure scattato una foto mentre ridevate insieme e di gusto. Tutto apposto.