MESSINA – La voce si era sparsa in fretta. Gli imprenditori sapevano di potersi rivolgere alla cooperativa sociale onlus ‘Sofia.it’ per smaltire illecitamente montagne di rifiuti. Dieci persone sono finite agli arresti domiciliari. Ad altri 15 indagati il giudice per le indagini preliminari di Messina ha applicato il divieto temporaneo di esercitare impresa. Sono stati sottoposti a sequestro preventivo mezzi e complessi aziendali per un valore di oltre due milioni di euro.
Il business dei Mancuso
La ‘Sofia.it’, che fa capo alla di famiglia Mancuso, gestiva una discarica di 38.000 metri quadri, in contrada Corrao a Gravitelli, un rione a pochi chilometri dal centro città. L’indagine è coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Messina, ancora guidata per qualche ora dal procuratore Maurizio De Lucia, che domani si insedierà a Palermo. Le società coinvolte, come emerge dalle indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria dal comando provinciale di Messina, sarebbero sono legate a “soggetti contigui a blasonati clan di matrice mafiosa attivi nella zona sud della città”.
I legami con Cosa nostra
A capo del traffico ci sarebbe la figura di riferimento del clan Romeo-Santapaola per l’esecuzione dei lavori di movimento terra in provincia di Messina. Sono state le immagini satellitari a immortalare i camion mentre scaricavano lo “sterro” proveniente da diversi cantieri: mattonelle, laterizi, plastiche di qualsiasi genere, contenitori, buste e teli, polistirolo, cartone, cartongesso, tubi, pietrisco vario, scarifica, ruote di autovetture, pedane di legno, parti di mobili per un totale di 2.978 metri cubi: 5.333.400 chili per un corrispondente guadagno illecito di circa 220.000 euro.
Una bomba ecologica a Messina
Si sono alzati in volo gli elicotteri del gruppo aeronavale di Palermo per riprendere la discarica dall’alto, in supporto dei finanzieri guidati dal tenente colonnello Girolamo Franchetti.
La discarica si trova a monte del torrente Portalegni, sulle colline di Messina. Una bomba ecologica anche per il rischio idrogeologico. La montagna di rifiuti fa da tappo al defluire delle acque piovane. Così le alluvioni diventano disastrose. Imprenditori edili e autotrasportatori si rivolgevano alla Sofia.it. I costi per lo smaltimento dei rifiuti venivano abbattuti. Per dare una parvenza di irregolarità gli indagati avrebbero anche provveduto a preparare a tavolino la documentazione.
Gli arrestati
Agli arresti domiciliari finiscono: Daniele Mancuso, 56 anni (braccialetto elettronico e divieto di contatti con persone diverse dai familiari); Giuseppe Mancuso, 35 anni (divieto di contatto con persone non conviventi); Antonio Maita, 60 anni; Andrea Mancuso, 22 anni; Fabio Mangano, 43 anni; Giuseppe Mangano, 51 anni; Antonino Marino, 63 anni; Letterio Mondo, 60 anni; Giuseppe Puliafito, 37 anni; Antonino Romeo, 65 anni.
I destinatari dell’interdizione
Divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale nei settori rifiuti, trasporti ed edilizia per: Giovanni Alberti, Letterio Caronella, Rosario De Domenico, Francesco Fiumara, Antonio Frasson, Felice Giunta, Roberto Giunta, Giuseppe Lupo, Giacomo e Sara Mangraviti, Santino Fortunato Pagano, Antonino Triscari, Barbara Urso, Vincenzo Vinciullo.