Il cadavere nella discarica |L’inquietante retroscena - Live Sicilia

Il cadavere nella discarica |L’inquietante retroscena

Delfo Amarindo è accusato di concorso esterno nell’inchiesta Mazzetta Sicula. Secondo un pentito avrebbe un macabro segreto.

CATANIA – Un omicidio rimasto irrisolto fino a qualche anno fa. Santo Gallo è stato ingoiato dalla lupara bianca nel 2002. Una vittima sacrificale nella faida che si stava consumando tra il clan Nardo di Lentini e il gruppo criminale di Scordia all’epoca retto dal boss Biagio Campailla. Una vicenda dai contorni inquietanti che finisce in alcune pagine dell’ordinanza Mazzetta Sicula. Secondo un pentito, infatti, un ruolo in quel fattaccio di sangue lo avrebbe avuto anche Delfo Amarindo, il dipendente del colosso dei rifiuti fondato dalla famiglia Leonardi, indagato per concorso esterno alla mafia. Al centro delle accuse gli interessi del clan Nardo nella gestione di un chiosco allo stadio di Lentini dove si allena la Sicula Leonzio, squadra di calcio ai cui vertici ci sono proprio i Leornardi.

È Alfio Ruggeri, ex esponente del clan Nardo e reo confesso, a fornire nel 2014 i macabri retroscena: “Ho agito assieme a Alfio Sambasile, Alessandro Scandurra, Giuseppe Benvenuto, Sebastiano Furnò, e Francesco Insolia”. Piano piano il pentito si addentra nei particolari: “Michele D’Avola (boss della zona di Lentini, ndr) ci portò la vittima. Raffaele Randone, Fabrizio Iachininoto e Giuseppe Calabrò erano presenti e hanno assistito all ‘interrogatorio del Gallo che precedette l’omicidio; il cadavere è stato abbandonato da Scandurra e Benvenuto alla discarica di Catania dove lavorava e lavora ancora oggi Filadelfo Amarindo, che era consapevole della cosa e fu presente all’omicidio. Fu usata la mia pistola, pure abbandonata alla discarica”.

Calabrò avrebbe fatto da ‘intermediario’ con il dipendente di Sicula. “Amarindo è venuto a raggiungerei in una casa di campagna nei pressi della discarica, nella disponibilità di Raffaele Randone. Amarindo venne – rivela ancora Ruggeri – con un fuoristrada in uso alla discarica, ha fatto salire in auto Benvenuto, Scandurra li ha portati alla discarica. Dopo l’omicidio, Amarindo ha riportato indietro Scandurra e Benvenuto ed ha raccontato al Sambasile che Benvenuto gli aveva sparato più colpi. (…) confermo che Amarindo Filadelfo era presente ali’omicidio, avvenuto all’interno della discarica dove egli lavorava, e curò personalmente l’occultamento del cadavere e della mia pistola in discarica. (…) a sparare a Gallo, ali’interno della discarica dove lavorava Amarindo, è stato Giuseppe Benvenuto alla presenza di Alessandro Scandurra e di Filadelfo Amarindo. Fu usata la mia pistola 9×21. La cosa mi fu raccontata – conclude il pentito – dallo stesso Benvenuto”. Il corpo di Gallo non è mai stato ritrovato.

L’inquietante retroscena serve a blindare ancor di più i contatti saldi e storici tra l’indagato e Cosa nostra.  “Secondo le dichiarazioni del collaborante, non solo Amarindo aiutò i sicari ad occultare cadavere e pistola all’interno della discarica dove lavorava, ma assistette all’uccisione di Gallo a colpi di pistola”. E facendo una ricerca negli archivi giornalistici il nome di Amarindo emerge tra quegli degli arrestati di un blitz scattato proprio nell’anno dell’omicidio: il 2002. Il dipendente della Sicula è coinvolto nell’operazione che serve a catturare il super latitante Alfio Sambasile, che pare avesse tra le sue ambizioni quello di “creare un gruppo criminale autonomo distaccato dal clan Nardo”.

Un progetto che non è riuscito a realizzare e che lo tormenta, anche in carcere. Un anno fa, il 12 gennaio 2019, durante un colloquio nella casa circondariale di Catanzaro con i familiari “manifesta il proprio malcontento per non essere riuscito a comandare tutta Lentini e i paesi limitrofi, e attribuiva questo fallimento al non adeguato supporto dei suoi sodali”, riassume il gip. “Se avessi … se avessi i fratelli come a me no! No, come a me un poco … i fratelli e i nipoti come a me…inc.le… comanderei a Lentini… e tutta la zona… perché le persone mi cercano tutti… “, registrano le microspie.

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