Il vento di centrodestra non ha smesso di soffiare in Sicilia. Seppur sia sempre complicato trovare una chiave di lettura politica uniforme in elezioni amministrative dove i fattori civici e locali hanno sempre un grande peso, un primo bilancio del voto di domenica e lunedì sorride alla coalizione che governa la Regione. Il centrodestra vince nettamente nella città più grande chiamata al voto, Marsala, vince a Enna, con un ex Pd e col sostegno dei renziani, vince in centri importanti come Milazzo, Barcellona, a Ribera. Lì dove va unito, il centrodestra per lo più la spunta senza troppa fatica.
Le divisioni si pagano, come ad Agrigento, dove i due candidati dei partiti di centrodestra, Zambuto e Catalano, finiscono addirittura terzi e quarti. L’uscente Firetto è secondo dietro al ciclone Franco Micciché, civico sulla cui candidatura aveva però messo il cappello un big di centrodestra come l’autonomista Roberto Di Mauro.
Arrancano i grillini, mentre il centrosinistra acciuffa qualche risultato qua e là, come in qualche comune del Catanese tra cui Pedara (cittadina del segretario Barbagallo), e a Siculiana.
Pd e Movimento 5 Stelle si consolano col risultato di Termini Imerese, dove l’inedita alleanza che si era raccolta attorno a Maria Terranova la spunta a prima turno. Un risultato che Luigi Di Maio in persona festeggia.
Tra evergreen intramontabili come Pino Firrarello, ritorni riusciti come quello di Francesco Forgione, e falliti come quello di Antonio Ingroia, queste amministrative fotografano uno scenario in cui resta il centrodestra la lepre da inseguire. Una buona notizia per Musumeci, il cui movimento ottiene anche dei risultati significativi, eleggendo diversi sindaci.
Pd e 5 Stelle cercheranno di costruire un’alternativa sulle fondamenta del patto di Termini, come già ieri sera scriveva Giancarlo Cancelleri. Non sarà facile. I renziani in quel caso difficilmente si uniranno alla compagnia. Non a caso ieri Davide Faraone è stato lesto a inviare un comunicato di giubilo per la vittoria di Di Pietro a Enna, lì dove Italia viva viaggiava su un’altra sponda rispetto al centrosinistra.
Sullo sfondo, anche nelle prospettive renziane, la manovre per attrezzare una più robusta area di centro. Ieri un esponente dell’Udc come Vincenzo Figuccia rivendicava a caldo proprio i risultati dei moderati. L’obiettivo è rinsaldare quell’area per sedersi al tavolo con la destra non da comparse. E la lezione delle amministrative consiglia che evitare ogni possibile divisione è il migliore affare possibile per vincere. Musumeci lo aveva già imparato a sue spese nell’elezione di Crocetta.