Si è aperta con la replica dell’avvocato Nino Mormino l’ultima udienza del processo d’appello all’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro (Udc), condannato in primo grado a 5 anni per favoreggiamento e rivelazione di segreto istruttorio. Il politico, presente in aula, si è detto sereno e “pronto, come sempre, a rispettare qualunque sentenza”. La corte, presieduta da Giancarlo Trizzino, al termine dell’intervento del legale, si è ritirata in camera di consiglio per il verdetto. L’accusa, rappresentata dalle pg Enza Sabatino e Daniela Giglio al termine della requisitoria, aveva chiesto la condanna di Cuffaro a 8 anni ribadendo la sua responsabilità per favoreggiamento aggravato e non semplice come deciso dal tribunale di primo grado. Il processo d’appello è cominciato il 15 maggio del 2009. Imputati, oltre all’ex governatore che, dopo la condanna fu costretto alle dimissioni, tra gli altri il manager della sanità privata Michele Aiello e l’ex sottufficiale del Ros Giorgio Riolo. Oggetto del processo l’intreccio criminale stretto tra esponenti delle istituzioni, carabinieri, politici e l’imprenditore Mchele Aiello, considerato dall’accusa l’interfaccia di Bernardo Provenzano. Il procedimento, a carico di 12 persone e due società, venne denominato “Talpe alla Dda” per la rete di spionaggio realizzata, in procura, dagli indagati che riuscivano ad attingere notizie riservate sulle indagini in corso a loro carico e su altre delicate inchieste di mafia come quella per la ricerca del boss Bernardo Provenzano. Domattina i giudici, riuniti nel bunker del carcere Pagluiarelli di Palermo, renderanno noto quando verrà emesso il verdetto.
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