Il contributo per le assunzioni? |Arriva vent'anni dopo - Live Sicilia

Il contributo per le assunzioni? |Arriva vent’anni dopo

L'avvocato Massimiliano Mangano, che ha assistito l'azienda

Nel 1994 una cooperativa assunse cuochi, inservienti e addetti alle pulizie. La Regione, però, le negò i finanziamenti per il sostegno all'occupazione. Adesso il Cga dà ragione all'azienda.

PALERMO – Richiedere un contributo nel 1994 e ottenerlo nel 2014. Passando per un primo “no” della Regione e per un secondo “no” del Tar, prima di arrivare all’ultima parola. Quella definitiva, pronunciata stamattina dal Consiglio di giustizia amministrativa, che ha accolto il ricorso di una cooperativa, che a metà degli anni Novanta si è vista negare dall’assessorato regionale al Lavoro i contributi per le nuove assunzioni fatte fra il 1994 e il 1996. L’azienda, difesa da Massimiliano Mangano, è infatti una cooperativa, e secondo la Regione prima e il Tar poi la condizione di soci lavoratori è “incompatibile con un rapporto di lavoro subordinato”. Niente rapporto di lavoro subordinato, niente contributi.
Per il Cga, però, non è così. “La qualità di socio di una cooperativa – si legge nella sentenza pronunciata il 27 novembre e depositata oggi (numero 18/2014, presidente Raffaele Maria De Lipsis, consiglieri Antonino Anastasi, Piero Ciani e Alessandro Corbino ed estensore Marco Buricelli) – non esclude la configurabilità di un rapporto di lavoro subordinato tra la cooperativa stessa e il socio”. Anche perché, osserva il Cga, “nessun riferimento è compiuto dal legislatore alla tipologia di impresa, allo scopo di circoscrivere la sfera dei beneficiari”.
La Regione, invece, ha detto “no” ai contributi per le assunzioni di cuochi, inservienti e addetti alle pulizie solo per questo motivo. Proprio su questo – cioè sulla mancata analisi della pratica nel merito – si sofferma il Cga: “L’Amministrazione si è limitata a negare l’ammissione a contributo sul mero presupposto della condizione di soci lavoratori dei lavoratori indicati nelle istanze”. Il contributo, quindi, dev’essere versato. Vent’anni dopo. Coi tempi della giustizia italiana.

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