Il Covid affonda il turismo| A Palermo persi 70 milioni - Live Sicilia

Il Covid affonda il turismo| A Palermo persi 70 milioni

Presenze in picchiata, affari azzerati e c'è chi non riaprirà

PALERMO – Il Covid azzoppa il turismo a Palermo con un tracollo che da qui a fine anno arriverà a 70 milioni di euro, un milione di presenze sfumate, un calo del fatturato che in quattro strutture su cinque andrà dal 50 al 100% e il 4,5% degli operatori che non riaprirà più i battenti. Sono questi i dati drammatici che emergono da una rilevazione di Palazzo delle Aquile che nelle prime tre settimane di giugno, mediante il suo ufficio Statistica e su input del sindaco Leoluca Orlando, ha interpellato 548 fra albergatori, gestori di case vacanze, titolari di locazioni brevi, ostelli ed altre strutture ricettive.

“Sono numeri che già immaginavamo – dice il primo cittadino – ma che ora hanno una maggiore valenza e che serviranno a comprendere meglio quanto è avvenuto e quanto sta avvenendo; dati che ci permetteranno di calibrare le nostre risposte e, soprattutto, le istanze che vogliamo presentare al Governo nazionale e su cui vogliamo ragionare insieme con la Regione”. Il dato più preoccupante è quello che riguarda le chiusure: il 4,5% delle strutture non supererà la crisi e non riaprirà i battenti neanche l’anno prossimo, quando la ripresa dovrebbe ridare invece ossigeno al settore.

Un tracollo, quello del turismo, che colpisce tutta l’Italia e Palermo non fa certo eccezione con oltre un milione di presenze sfumate. A Palermo ci sono 77 alberghi che offrono 3924 camere e 8189 posti letto e 553 strutture extra-alberghiere che arrivano a 4795 posti letto (di cui la metà in B&B), ma oltre l’80% delle strutture subirà un calo del fatturato fra il 50 e il 100%, anche se a risentire maggiormente della crisi saranno B&B e case vacanze. Nei primi sei mesi del 2020 il 90% dei gestori ha visto il fatturato quasi  azzerarsi, con i B&B (quelli che negli ultimi hanno vissuto il boom) a -89%; per la seconda metà dell’anno il 52% prevede una riduzione degli affari tra il 50 e il 75%. Basti pensare che senza il Covid, da marzo a maggio 2020 a Palermo sarebbero arrivati 89 turisti italiani e 99 mila stranieri, per 388 mila presenze, mentre da giugno a settembre gli arrivi sarebbero stati 285 mila e le presenze 634 mila (per lo più stranieri).

Un’indagine che si somma a quella condotta sempre dal Comune qualche settimana fa e che si è focalizzata sulla perdita nei mesi del lockdown, ossia marzo, aprile e maggio: il risultato è una voragine da 32 milioni di euro in meno tra utili e reddito. “Non è purtroppo irrealistico pensare – dice Orlando – che entro la fine dell’anno la perdita del settore sia di almeno 60-70 milioni. Numeri da capogiro che stanno certamente migliorando in queste prime settimane d’estate grazie anche alla conferma di dati non drammatici sul fronte sanitario, ma che restano comunque alti confermando come tutto il mondo del turismo e del suo indotto sia fra quelli più colpiti da questa devastante crisi, anche in considerazione dell’elevato numero di occupati”.

Gli albergatori stanno comunque provando a reagire: a giugno l’80% aveva adottato tutte le misure di sicurezza e si era adeguato alle nuove regole, “a conferma – conclude il sindaco – della grande professionalità e della passione con cui lavorano le strutture cittadine, consce del fatto che il turismo ha rappresentato in questi ultimi anni e può certamente tornare a rappresentare il principale volano dello sviluppo economico della nostra città”.

Il Professore ha scritto una lettera al ministro Franceschini e a Zurab Pololikashvili, Segretario dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per il turismo, invitandoli a visitare Palermo e la Sicilia “che – ha ricordato – è la Regione con il più alto numero di beni materiali ed immateriali iscritti nel patrimonio mondiale dell’Unesco e che, anche se per fortuna meno colpita in termini sanitari dalla pandemia, non è stata per questo meno affetta dalla crisi economica ed in particolare del settore turistico, che è espressione della nostra cultura dell’accoglienza”.

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