Il Csm ha deciso: |Rossi e Musco fuori dalla procura - Live Sicilia

Il Csm ha deciso: |Rossi e Musco fuori dalla procura

Il consiglio superiore della magistratura ha accolto la richiesta del Guardasigilli Paola Severino disponendo il trasferimento d'ufficio del procuratore capo di Siracusa e del suo sostituto.

SIRACUSA – Devono lasciare il loro posto il procuratore capo Ugo Rossi e il sostituto Maurizio Musco. Accogliendo la richiesta del ministro della Giustizia Paola Severino, la Sezione disciplinare del Csm ha disposto il trasferimento d’ufficio dei due magistrati. L’accusa ai magistrati di aver violato i loro doveri si riferisce alla la conduzione di inchieste che hanno visto coinvolti familiari e persone a loro legate e in cui erano in gioco interessi patrimoniali.

Quello adottato dal “tribunale delle toghe” è un provvedimento cautelare, cioé assunto in via d’urgenza,per la gravità dei fatti contestati, prima della fine del procedimento disciplinare che il ministro ha avviato a loro carico e nei confronti di un altro magistrato dell’ufficio, il sostituto Roberto Campisi. A far finire nei guai il procuratore, la sua “allarmante preoccupazione di proteggere i propri legami familiari e sociali”, in particolare “in vari procedimenti in cui erano in gioco interessi patrimoniali dei suoi familiari o di persone a loro legate”. Una condotta che -sottolinea il capo di incolpazione- va a discapito di quei principi di “correttezza e imparzialità” a cui il capo di un ufficio di Procura è tenuto nella gestione del proprio ruolo; e che getta “pesanti ombre sul prestigio della magistratura e mina nella fondamenta la fiducia nelle istituzioni”. Musco è accusato invece di aver fatto “un reiterato e distorto uso” della sua “delicata funzione” di magistrato, e di avere “consapevolmente e reiteratamente” violato l’obbligo di astenersi da indagini in cui poteva avere un interesse diretto o indiretto. Nell’atto di incolpazione si fa riferimento ai suoi rapporti con un avvocato a cui sono da ricondurre una serie di imprese attive nel territorio e che sono state, a vario titolo, oggetto di verifiche e indagini da parte dei magistrati al centro dell’azione disciplinare; imprese in cui sarebbero soci o comunque ricoprirebbero ruoli parenti degli stessi magistrati. Al pm viene addebitato anche di aver smentito, nel 2007, l’iscrizione di alcuni indagati nell’ambito dell’inchiesta per scommesse clandestine nel calcio su partite del Catania, per creare vantaggio alla società calcistica.

 


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