Il day after dei grillini | tra anatemi e polemiche - Live Sicilia

Il day after dei grillini | tra anatemi e polemiche

Grillo chiede le dimissioni di quei senatori che non hanno rispettato le indicazioni date dalla maggioranza. Tacciono i siciliani, nell’occhio del ciclone, tranne la senatrice catanese Ornella Bertorotta, che risponde: “Ho votato scheda bianca, ma non getto la croce addosso a chi ha fatto diversamente”.

Dopo il voto
di
3 min di lettura

PALERMO – Beppe Grillo non ha atteso che la notte portasse consiglio. L’appoggio alla candidatura di Pietro Grasso da parte di un nutrito gruppo di senatori del M5S non deve proprio essergli andato giù. Così, ieri, pochi minuti prima delle 23 ha scritto un post sul suo blog. Un messaggio rivolto in particolar modo ai senatori eletti nelle liste del suo Movimento: “Vorrei che i senatori dichiarino il loro voto”. E prosegue: “Le votazioni in Aula sono decise a maggioranza. Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze”. Un vero e proprio spettro delle purghe per la dozzina di senatori a cinque stelle che hanno votato Grasso.

Intanto il popolo del web si accende, così prende forma una vera e propria caccia al traditore. Sul sito del movimento sono parecchi i commenti densi di acredine per quei senatori che non hanno rispettato l’ordine di scuderia e hanno espresso un proprio libero voto nel ballottaggio per la scelta del presidente del Senato. A scatenarsi sono simpatizzanti e attivisti, molti dei quali chiedono le immediate dimissioni dei senatori che hanno passato il fosso. Non sono soli. Dall’altro lato non mancano i messaggi di solidarietà ai cosiddetti ribelli nei commenti al post di Grillo. “Credo che, pur mantenendo la direzione dichiarata prima delle elezioni – scrive Emanuele De Bonis – , sia altrettanto importante il compromesso, soprattutto in un periodo in cui l’Italia non può permettersi di perdere tempo in questioni di principio piuttosto che in riforme”. Il popolo a cinque stelle si divide equamente fra chi approva la scelta di appoggiare Grasso, e chi invece insiste sull’isolamento assoluto, chiedendo le dimissioni dei traditori.

In merito all’affaire Grasso campeggia però sullo sfondo un grosso equivoco. Una volta giunti al ballottaggio l’ordine di scuderia non era più quello di votare per il candidato di bandiera Luis Orellana, ma solo di non votare Renato Schifani. A dimostrarlo le stesse parole del capogruppo Vito Crimi, pochi minuti prima del voto: “Abbiamo deciso di lasciare piena libertà di voto”. Tutto questo sembra stonare con l’anatema di Beppe Grillo, ma è possibile che il leader non sapesse di una decisione comunicata pubblicamente dal suo capogruppo? Difficile. Fatto sta che nel clima di caccia alle streghe una senatrice catanese mette subito le mani avanti.

Se infatti i suoi colleghi isolani oggi preferiscono non parlare, Ornella Bertorotta è l’unica siciliana a cantare fuori dal coro e scrive sulla propria pagina Facebook di aver votato “scheda bianca”. La stessa grillina etnea aggiunge: “ E’ mia opinione che oggi non si sia fatta una scelta tra bene e male, tra giusto e sbagliato, insomma tra mafia ed antimafia. Oggi si era chiamati a scegliere tra due uomini di sistema, e nella migliore delle ipotesi c’era la possibilità di suffragare il meno peggio. Quindi, in linea con quello che credo sia uno dei principi cardine del M5S, ritenendo uguali non le persone ma gli apparati a cui appartengono e da cui sono sostenuti ho scelto di non votare ne l’uno ne l’altro”. Frasi molto differenti da quelle pronunciate ieri dal senatore palermitano Francesco Campanella: “Schifani e Grasso non sono la stessa cosa. L’ho detto al gruppo, sottolineando che non avrei voluto Schifani presidente del Senato e mi sarei comportato di conseguenza”. Una faglia si è aperta nel gruppo dei senatori grillini.

Non è casuale infatti lo sfogo del calabrese Francesco Molinari, che parla di “reazioni isteriche” del suo leader. Ed in effetti sono due le linee di pensiero sull’anatema notturno di Grillo. “C’è stato un cortocircuito nella comunicazione”, dicono alcuni senatori a microfoni spenti. Altri invece sono malpensanti. Quel messaggio di Grillo non sarebbe infatti rivolto tanto ai protagonisti del caso-Grasso, bensì si tratterebbe di un messaggio che guarda oltre. Un ‘serrate le fila’ alla vigilia della formazione dei gruppi parlamentari e delle consultazioni. Perché la democrazia liquida è difficile da prendere per mano.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI