PALERMO – Il Don Bosco Ranchibile festeggia i suoi ottant’anni. Con un ospite d’eccezione, il presidente del Senato Piero. La casa salesiana ha accolto il suo illustre ex allievo in un clima di festa. Grasso ha dato il cinque a molti studenti e poi e’ entrato nel teatro Ranchibile, dove parlerà ai ragazzi dell’Istituto.
“Qui mi son formato nella fede, nel latino e nel calcio. E avendo queste basi finii nella nazionale magistrati, visto che carriera?” . Scherza con gli studenti Piero Grasso sul palco del teatro Ranchibile. “Grazie Don Bosco” , dice il presidente del Senato. “Nella magistratura ho rivestito più ruoli, ho fatto il pubblico ministero ma anche il giudice. Sentire che tu giudichi i tuoi simili ti fa sentire una grande responsabilità. E quando sono tornato a fare il pubblico ministero il mio approccio era cambiato. Oggi qualcuno parla di separazione delle carriere appellandosi a Falcone, ma non e’ vero che lui voleva questo. La politica? Ci arrivo dopo 43 anni di magistratura, quando Bersani mi chiamò e appena eletto mi ritrovai presidente del Senato. Ma l’obiettivo della legalità e della ricerca della verità è rimasto in me”, dice il presidente del Senato intervistato dagli studenti.
Grasso ripercorre con i ragazzi i ricordi degli anni del maxiprocesso. “Da quel momento cominciai ad avere una vita privata dalla libertà” . E qui Grasso con la voce rotta dall’emozione ricorda la difficoltà del figlio allora adolescente ad accettare la vita blindata del padre: “Quella distanza tra noi finì con la morte di Giovanni Falcone”, dice con voce rotta dall’emozione il presidente.