CATANIA – Nel 2020, su oltre 18 milioni di euro di accertamenti su tributi inevasi e multe non pagate, il Comune ha incassato 4,3 milioni. Nel 2019 l’importo superava i 40 milioni di euro. Incassati? Sette milioni e spicci. Nel 2018 il rapporto era di 65 milioni di accertamenti contro i 6,8 milioni di entrate. Nel 2017: 34,5 milioni di accertamenti, 7,6 milioni di incassi. E poi il 2016: 81,5 contro 6,1 milioni. Benvenuti a Catania, dove multe e tributi locali li pagano in pochissimi e, apparentemente, non si riesce granché bene a inseguire gli evasori.
O almeno: questi sono i risultati portati a casa da Municipia spa, la società che negli ultimi dieci anni si è occupata della riscossione coattiva delle entrate tributarie ed extra tributarie del Comune. E che, molto probabilmente, continuerà a occuparsene anche per i prossimi cinque anni, visto l’ottimo posizionamento nella gara d’appalto per l’aggiudicazione del servizio, nonostante un’offerta ritenuta anomala dalla commissione.
La questione della riscossione è tutto fuorché sconosciuta agli uffici di Palazzo dei Chierici, l’edificio di fronte a Palazzo degli Elefanti dove hanno sede gli uffici della Ragioneria e dell’assessorato al Bilancio. Tutti sanno che quello delle riscossioni è tra i problemi più annosi del Comune di Catania. Negli anni, le speranze di miglioramento si sono succedute con precisione svizzera. Almeno quanto i rimbrotti del collegio dei revisori dei conti, che relazione dopo relazione hanno sempre citato l’insufficiente “incidenza degli incassi delle entrate proprie”.
Del resto, come dare loro torto? Ormai è un dato noto che la Tari, la tassa sulla raccolta dei rifiuti, la pagano solo il 50 per cento dei catanesi. E meno della metà della metà sono coloro i quali pagano le sanzioni per le violazioni al codice della strada, stando al rendiconto del 2020. Proprio per questo da anni Palazzo degli elefanti si affida a società private che abbiano il compito di riscuotere quello che non viene pagato spontaneamente. Accertamenti e ingiunzioni sono da anni affare della società Municipia spa, un vero e proprio colosso nazionale nel settore dei servizi alle pubbliche amministrazioni.
A Catania, Municipia ha ottenuto l’affidamento del servizio di riscossione coattiva dei tributi nel 2012, con il nome di Engineering Tributi spa, in raggruppamento assieme ad altre tre imprese. L’aggiudicazione valeva tre anni: nel 2015 è arrivata la prima proroga, per un anno; nel 2016 la seconda proroga, stavolta senza limiti di tempo. Nonostante l’affidamento ai privati, i numeri non fanno registrare miglioramenti significativi. La gara, sebbene bandita dall’amministrazione guidata da Raffaele Stancanelli, viene aggiudicata all’inizio dell’esperienza amministrativa dell’ex sindaco Enzo Bianco. Sono gli anni in cui la Corte dei conti, prima di dichiarare il dissesto del Comune, stigmatizza continuamente i molti problemi delle finanze di Palazzo degli Elefanti. Non ultimi proprio quelli sulla riscossione.
A dicembre 2021, l’amministrazione di Salvo Pogliese tenta di metterci una pezza e bandisce una nuova gara d’appalto, del valore complessivo di 10,5 milioni di euro suddivisi in due lotti. Il meccanismo di aggiudicazione è quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa: chi offre il miglior rapporto qualità/prezzo vince. Laddove la qualità sta in tecnologia, modalità di svolgimento dei servizi e personale impiegato. Il prezzo migliore, invece, dipende dal ribasso offerto sull’aggio, cioè la percentuale sulle riscossioni a cui la ditta vincitrice dell’appalto ha diritto.
Il primo lotto riguarda la riscossione coattiva, secondo il Comune vale due milioni di euro in cinque anni, con un aggio a base d’asta del 6 per cento. Il secondo lotto, invece, riguarda il supporto all’accertamento di Imu e Tari evase: Palazzo degli Elefanti ha stimato che valga 8,5 milioni di euro e l’aggio a base d’asta è del 22 per cento.
Il 28 febbraio, alla scadenza del termine per la presentazione delle offerte, in Comune ci sono tre buste di altrettanti partecipanti all’appalto. Il 15 marzo, quando si valutano le proposte arrivate, la commissione di gara stila la graduatoria: sia per il lotto 1 sia per il lotto 2, al primo posto tra le offerte c’è Municipia spa, in raggruppamento d’imprese con la Gamma Tributi srl. Al secondo posto della lista si piazza il raggruppamento temporaneo Publiservizi e Innovitalia srl. In terza posizione Andreani Tributi srl.
Municipia sbaraglia la concorrenza con ribassi a due cifre: il 77 per cento nel primo lotto e del 54,5 per cento nel secondo lotto. In quest’ultimo caso, superata dal Rti Publiservizi e Innovitalia che offrono il 63 per cento in meno rispetto alla base d’asta. Nonostante questo, è comunque Municipia ad aggiudicarsi il primo posto nella graduatoria provvisoria, superando il punteggio di 90 e staccando la concorrenza. Un risultato che, però, la ragioniera generale Clara Leonardi, presidente della commissione di gara, sottolinea essere “superiore alla soglia di anomalia”.
A questo punto ricomincia l’attesa: 15 giorni per le prime spiegazioni sull’offerta anomala, altrettanti per ulteriori eventuali repliche. L’aggiudicazione della gara, insomma, ancora non è arrivata né è possibile prevedere quando arriverà. Stando così le cose, però, Municipia spa si candida a vincerla ancora. Portando in dote i risultati ottenuti negli ultimi dieci anni, niente affatto lusinghieri.