PALERMO – La battaglia per salvare le Terme di Sciacca si è spostata questa mattina a Palermo. Sindaco, consiglieri comunali, associazioni cittadine e lavoratori dell’azienda si sono dati appuntamento davanti a Palazzo d’Orleans, chiedendo un incontro con il governatore Rosario Crocetta. L’obiettivo è quello di chiedere la riapertura dello stabilimento e del Grand Hotel che compongono la struttura, chiusi dallo scorso mese di marzo proprio su decisione della Regione, azionista unico delle Terme.
Dopo mesi di proteste, a far andare su tutte le furie i saccensi è stata la decisione di Crocetta che ha risposto ‘picche’ alla proposta avanzata dal liquidatore dell’azienda termale, Carlo Turriciano. L’idea era quella di predisporre un mini bando regionale per dare in gestione provvisoria l’hotel a un imprenditore privato in vista della stagione estiva (e salvare così 55 lavoratori stagionali) e tentare l’affidamento delle cure termali all’Asp di Agrigento.
Il governatore, dopo un’attesa di due settimane, ha deciso diversamente: niente bando, nessun affitto di ramo d’azienda. Sarà il Comune di Sciacca ad occuparsi di affidare la gestione delle Terme. Una strada, però, non praticabile, ha spiegato il sindaco Fabrizio Di Paola. E non per “una presa di posizione o una volontà negativa di questo Ente”, come ha scritto nei giorni scorsi il primo cittadino in una lettera al governatore. Allo stato attuale, infatti, solo la Regione Siciliana, in quanto partner unico delle Terme, ha competenze in materia. “Ecco perché – è il pensiero di Di Paola – la soluzione espressa da Crocetta è meramente dilatoria, oltre che improponibile. La stagione, almeno in parte, è ormai compromessa e oggi il governo regionale deve darci una risposta chiara sul bando per la gestione provvisoria delle Terme, positiva o negativa che sia. Basta continuare a illudere un’intera città. Crocetta si renda conto che oltre al danno economico c’è anche un danno d’immagine – ha concluso Di Paola -. Già nelle strutture ricettive della città iniziano a piovere proteste e disdette per l’impossibilità di sottoporsi alle cure termali”.
“Avevamo deciso di dare credito a Crocetta – ha aggiunto il presidente del consiglio comunale, Calogero Bono – ma alla luce di quanto stiamo vedendo oggi, abbiamo fatto male. Il comportamento del governatore è indecoroso e il consiglio comunale è qui oggi perché la città non si vuole rassegnare a vedere morire il patrimonio di un intero territorio”.
A Palermo anche gli stagionali dell’hotel, che avrebbero dovuto essere a lavoro già da venerdì scorso. In 55 sono ancora in attesa di un miracolo che possa salvare, in parte, la stagione. “Non abbiamo ancora perso al speranza – ha affermato Antonino Marotta, uno dei lavoratori -. Oggi siamo qui per far sentire più forte la nostra voce perché sappiamo che la salvezza delle Terme passa esclusivamente dalla volontà politica del governo della Regione”.