Erano passate da poco le 8 del mattino, il 21 luglio 1979, e come ogni giorno l’aria delle stanze del quotidiano “L’Ora” aveva ricominciato ad impregnarsi di suoni di passi veloci sul pavimento, squilli di telefoni impazziti, e cortine di fumo di decine di sigarette accese.
Cosa successe quella mattina?
“Eravamo nello stanzone della cronaca insieme a Daniele Billitteri, Gianni Lo Monaco, Attilio Bolzoni – ricorda il cronista Francesco La Licata -. Verso le 8,30 apprendemmo dalla radio della polizia che c’era stata una sparatoria al bar Lux in via Di Blasi”.
Cosa faceste a quel punto?
“Ci mettemmo in allarme, ma quasi con un modo di fare prossimo alla routine. A Palermo si moriva spesso in quel periodo. Fu pochi minuti dopo l’arrivo della prima volante sul luogo del delitto che il commissario Leonardo Gentile rivelò via radio l’identità della vittima”.
Quale fu la vostra reazione dopo aver saputo che si trattava di Boris Giuliano?
“Rimanemmo paralizzati. Nell’immaginario dei cronisti palermitani Giuliano era una specie di immortale. Era formidabile con la pistola, molto americano. Nessuno poteva immaginare che venisse sorpreso in quel modo”.
Cosa trovaste sul luogo dell’omicidio?
“Arrivammo lì di corsa ma una cortina impenetrabile di poliziotti ci impedì di andargli a porgere un ultimo saluto. Nessuno di noi aveva in animo di fare lo scoop o tornare in redazione con una foto, desideravamo soltanto avvicinarci per regalargli il nostro ultimo sincero saluto”.