“Purtroppo per don Pino Puglisi non c’è vera memoria a Palermo, è stato dimenticato. Molti lo sentono ancora lontano, troppo distante. Tanti lo ignorano”. Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro, che opera a Brancaccio, sulle orme del Beato Giuseppe Puglisi, al telefono, ha una voce arrabbiata e rassegnata. Sono la rassegnazione e la rabbia di chi sa che verrà cercato per gli anniversari – questo è il ventinovesimo – e poi calerà il silenzio. Ma Brancaccio esiste trecentosessantacinque giorni all’anno. Non solo in una finestra mediatica. Ecco perché le parole di Maurizio sono piene di amarezza.
“Abbiamo ricordato don Pino nella piazzetta, lì dove è stato assassinato – prosegue il racconto -. Eravamo pochissimi, diciamo: gli interessati, quelli che si impegnano. I residenti non c’erano. Questa distanza c’è per tutto. E un po’ si capiscono i motivi. La gente ha mille problemi, è demoralizzata, dal punto di vista materiale e spirituale. Purtroppo, Palermo, in gran parte, ha dimenticato padre Puglisi. Noi siamo in grandissima difficoltà e quasi nessuno ci sta aiutando”.
Maurizio Artale, però, non si arrende: “Durante il lockdown il centro è stato un sostegno fondamentale per le famiglie del quartiere e non perdiamo la fiducia. Ora rischiamo di chiudere, il caro bollette c’è pure per noi. Il 22 settembre presenteremo il progetto di un poliambulatorio a Brancaccio, grazie al sostegno della fondazione ‘Villa Maria Eleonora’, in un bene confiscato alla mafia. Ma l’asilo nido non è stato costruito, nonostante le promesse e i soldi sbloccati”.
Oggi, intanto, proprio la Chiesa di Palermo farà rivivere don Pino con le parole dell’amore e della vicinanza. L’arcivescovo Corrado Lorefice celebrerà la Messa alle sei del pomeriggio in Cattedrale. Nel corso della celebrazione sarà ‘presentata’ la lettera dell’arcivescovo “Fino al compimento dell’amore”, con la quale viene aperto l’itinerario lungo il trentesimo anniversario del martirio di un prete coraggioso.
Ecco un passaggio: “Continua a dirci, Don Pino, che scoprire la gioia di questa fatica, la gioia della condivisione di questi passi, anche quando sono sofferti, e di questo pane, anche quando è misero, è ciò che scatena la ribellione del male che vuole invece, per il pane, mettere gli uomini l’uno contro l’altro: l’uno pronto ad usare l’altro, a distruggere l’altro, a praticare la fallace arroganza del dare la vita e la morte all’altro. Il male prova a blandirci, a insinuarci il dubbio che sarà questo a renderci felici: la mafia è stata ed è per la nostra Palermo, la più grande illusione di felicità”. (Roberto Puglisi)