PALERMO – Non è come aver perso una finale ma sicuramente un ko che va ad iscriversi tra le ferite che lasciano un segno nella maggioranza che sostiene il governo Schifani. I franchi tiratori e gli assenti hanno affossato la riforma dei Consorzi di bonifica all’Ars in un martedì pomeriggio dal clima infuocato.
Un segnale di alta tensione tra i deputati di centrodestra e il governo che aveva lavorato per mesi al Ddl molto atteso dai sindacati e dagli agricoltori e che rappresenta uno sgambetto che ha sullo sfondo la manovra Ter da 345 milioni e la nuova rete ospedaliera. Almeno dieci i franchi tiratori che hanno sfruttato il voto segreto chiesto dai Cinquestelle e dal Pd.
Il voto di ieri a Sala D’Ercole suona come il De profundis per la riforma che all’articolo 3 prevedeva la liquidazione dei 13 Consorzi di bonifica attuali e la nascita di 4 nuovi enti che avrebbero dovuto gestire il nuovo sistema di erogazione idrica in agricoltura.
Ora si attende una resa dei conti nel vertice di maggioranza con il presidente Renato Schifani fissato per oggi alle 15. Un appuntamento in cui il governatore cercherà di blindare la manovra Ter aprendo solo a pochi correttivi al testo che vorrebbe approvare entro il 6 agosto.

