"Il dolore a casa, la fatica fuori | Ma sei felice se salvi qualcuno" - Live Sicilia

“Il dolore a casa, la fatica fuori | Ma sei felice se salvi qualcuno”

Commenti

    Al branco criminale queste belle e toccanti parole del medico non interesseranno di certo.
    Occorre prendere delle valide misure di sicurezza per il personale sanitario che opera sul territorio e negli ospedali ed introdurre efficaci misure repressive con pene severe e, soprattutto certe, che scoraggino i comportamenti violenti.

    I nostri ospedali sono “una zattera alla deriva”….su codeste zattere ci sono stato e personalmente spero di non tornarci più. Su codeste zattere i capitani sono allo stremo, non trovano più la rotta per salvare i passeggeri e di seguito, per la denuncia che sta sempre dietro l’angolo, se stessi…e poi se sono così mal ridotti: come fanno ad aggiornarsi, ad avere nuove strumentazioni, ad imparare nuove tecniche per il loro lavoro….forse è meglio chiudere e rifondare la sanità siciliana prima che con le zattere affondino i cittadini.

    sono un medico… e ti capisco.

    Speriamo che questa testimonianza sia da monito ed esempio per tutto il personale che nell’espletamento delle proprie funzioni non ha un comportamento degno della posizione e del ruolo che occupano. Fare il medico o l’infermiere non è una “missione” ma un lavoro come un altro da espletare nel rispetto del codice deontologico e professionale.

    Vabbè, adesso l’assessore con il fascicolo sanitario e il sovracup risolve tutti i problemi

    Sono un medico e comprendo oltre che condivido le voci accorate dei colleghi e del personale sanitario esposto in prima fila a contatto con una utenza addolorata, sofferente arrabbiata e nello stesso vittime entrambi di un servizio sanitario deficitario con organici sempre più ridotti e con una politica regionale latitante e senza alcuna prospettiva per il prossimo futuro. Del resto basta guardarsi intorno per constatare con amarezza il degrado del servizio sanitario pubblico, precarietà degli ospedali in primis, per continuare poi alla scuola, al sistema viario, autostradale,e ferroviario; questo è il quadro deludente dell’ operato dei nostri governati nel corso degli anni in Sicilia, associato a evidenti responsabilità anche da parte dei cittadini che si accorgono di tali storture solo quando diventano utenti. La presenza di esseri immondi che utilizzano solo la violenza per soddisfare la loro bestialità e aggrediscono con regolarità medici, personale sanitario, e per altro verso, nel mondo della scuola, anche gli insegnanti, dovrebbero farci riflettere sui veri mali di questa società e in che misura siamo corresponsabili. Certo per debellare tali comportamenti violenti sempre più diffusi si deve intervenire con vigore, da parte degli organi preposti, polizia con atti tesi a prevenire, e da parte della magistratura con pene severe e certe. Dott. Paolo Caruso

    Un grazie particolare a Roberto Puglisi per lo spazio giornalistico che sta dedicando agli operatori sanitari. Sono un medico che si spende quotidianamente sul territorio. Dietro la mia divisa sta il mio credere nel valore del portare soccorso e salute in ogni dove. Che sia una abitazione, una strada, un luogo facilmente accessibile oppure impervio, a mare o in montagna, che ci sia sole cocente o acqua a catinelle.
    Non importa quali difficoltà dovrò affrontare….l’importante è portare salute in momenti in cui il paziente  potrebbe non arrivare in vita al pronto soccorso più appropriato per trattarlo. E, allora, indossata la divisa devo mettere di canto i miei personali problemi e quelli familiari di ogni giorno e devo andare. Rinunzio spesso a dormire la notte mentre tutti dormono perché sono il medico del popolo della notte, rinunzio talvolta a vivere il sabato sera con gli amici, rinunzio a trascorrere alcune domeniche in famiglia, rinunzio a festeggiare il Natale o il Capodanno. Ma ho scelto di fare il medico. Anche se, in realtà, non dovrei fare tutti questi festivi fuori di casa se gli organici fossero completi. Ma i pazienti hanno bisogno e vado. Ho un marito meraviglioso che mostra di essere orgoglioso del mio impegno e della mia dedizione lavorativa e questo mi permette di affrontare i sacrifici che il lavoro mi impone. Ho curato con amore i miei figli e ne ho nutrito la loro crescita culturale e personale. Tutto questo a scapito dei miei tempi di riposo. Spesso le immagini di giovani o meno giovani vite spezzate mi tornano alla mente. Non sempre è possibile dimenticare il dolore che si vive con i malati o con le loro famiglie. Ma tutto questo chi aggredisce i sanitari lo sa? Perché aggredire chi ti viene a salvare la vita? Pensano di facilitare il lavoro di chi opera nelle strutture sanitarie? Agli aggressori dico:  non è assolutamente un controsenso, oltre che un atto gravissimo e inaccettabile, fare perdere tempo, tempo preziosissimo a chi cerca di aiutare chi vi sta a cuore?  Ogni istante speso a controbattere alla vostra aggressione è tolto alle indifferibili cure del vostro caro! È un autogol.
    E alla politica rimando il doveroso e improrogabile compito di tutelare con leggi e azioni concrete, esemplari e severissime chi  da la vita per i propri pazienti affinché non rischi di perdere la propria.

    Aspetto di leggere un articolo dove scrivere: sono un politico e basta.

    sono un medico ed ho fatto di tutto anche il pronto soccorso ,sono un trombato ,non sono mai arrivato a Primario pur avendo titoli e competenze,credo che fossi il più titolato nel mezzogiorno di italia in un certo periodo ,ora sono in pensione perchè costretto dalla dirigenza prima di destra e poi di sinistra ,anche con l’aggiunta dello zuccherino mafioso e forse massone, che c’e stato nel mio caso;
    che dire ,sicuramente c’è anche la incapacità di coloro che sono preposti,alla organizzazione,e lo dico ,lasciatemelo dire ,con cognizione di causa per averlo vissuto sulla mia pelle.

    Per completezza di informazione andrebbe analizzata anche la situazione dei cosiddetti medici di famiglia, che di fatto esistono solo per compilare ricette e sono una delle principali cause del sovraffollato dei pronto soccorsi: praticamente tutti i codici verdi e probabilmente buona parte dei gialli potrebbe, anzi dovrebbe essere presa in carico e gestita da loro. Fanno anche loro parte del servizio sanitario nazionale e dovrebbero essere proprio loro il primo punto di contatto fra cittadino e sanità pubblica cosicché solo le vere emergenze arrivino in ospedale.

    Sono medici anche loro…

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Piena solidarietà ai Colleghi, bisogna assolutamente trovare una soluzione che argini questa violenza inaudita nei confronti di chi lavora in prima linea dalle Forze dell'Ordine ai Sanitari tutti. Nel leggere articoli che mettono in dubbio l'operato dei soccorritori ( Si poteva salvare? Vedi articolo di ieri) del 118 forse si potrebbe riflettere sul modo di informare perché potrebbe partecipare ad innescare violenza in persone poco obiettive. Non penso che i Sanitari siano più disposti a rischiare e subire tanto ancora.

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