Il maxi emendamento è pronto. Ma non è certo che venga alla luce. Il testo che darà vita alla Finanziaria, infatti, sarà il frutto di un accordo faticoso, “saltato” ieri in una riunione a Palazzo d’Orleans, rinato oggi in Commissione bilancio all’Ars, e poi in una conferenza dei capigruppo. Ma il cammino del testo non è affatto in discesa. Il ritardo con cui sta giungendo in Aula, è il segno di un parto faticoso. Anche stasera, infatti, la fumata grigia. I deputati si sono ritrovati alle 21.30 semplicemente per rinviare la seduta a sabato. Nonostante l’Udc, attraverso le parole Giovanni Ardizzone avesse chiesto al prosecuzione ad oltranza della discussione, e anche la proroga dell’esercizio provvisorio: “Perché no? – ha detto Ardizzone – a cosa serve questo rinvio?”. “Un giorno per approfondire i temi dell’emendamento – ha risposto l’assessore all’economia Gaetano Armao – credo vada nell’interesse non solo del governo, ma di tutti”.
“La proposta di maxi emendamento del governo – ha accusato Rudy Maira, capogruppo del Pid – non è stataconcordato con i gruppi parlamentari. Anzi, questo emendamento non sappiamo nemmeno se esiste. Siamo pronti ad approfondire i temi anche stanotte”. “Il ritardo sui tempi dell’approvazione della Finanziaria – ha detto invece il capogruppo di Grande Sud Titti Bufardeci – non sono dipesi dall’ostruzionismo dell’opposizione, che invece si è dimostrata disponibile a discutere e ad approvare una Finanziaria snella, tecnica e approfondire successivamente”. “Non capiamo su cosa si chieda il rinvio – ha affondato il deputato Pdl Fabio Mancuso – visto che stiamo parlando del nulla”.
“Il governo – ha però deciso Santi Formica, in quel momento presidente dell’Aula – è l’unico responsabile di bilancio e Finanziaria. Se chiede un giorno per approfondimenti, non possiamo che accogliere la richiesta”. Così, i deputati si rivedranno sabato mattina.
Intanto, però, un’ossatura attorno alla quale si discute, c’è. E in questo testo di appena nove articoli sono previsti, oltre a diversi rincari, anche agevolazioni per gli agricoltori, modifiche nella modalità di riscossione dei tributi, e riduzione dei costi della politica. E soprattutto, ecco spuntare i soldi per il rinnovo dei contratti dei dipendenti regionali.
Sono confermati gli aumenti previsti per i beni demaniali e patrimoniali, i cui canoni di concessione e locazione non potranno essere inferiori a cinquemila euro all’anno e gli importi variano in base alla superficie dei comuni.
Una nuova tassa, invece, è stata prevista a carico delle imprese di estrazione nelle cave e sarà commisurata alla quantità di minerale estratto e aggiornata ogni due anni. Graverà sulle imprese che trattano sabbia, ghiaia per calcestruzzi, conglomerati bitumonisi, tout-venant per rimpimenti e sottofondi, materiali per pietrischi (0,50 euro al metro cubo). E ancora: argille, calcare per cemento, per calce e altri usi industriali, gessi, sabbie silicie e torba (0,55 euro al metro cubo); pietre ornamentali (0,80 euro al metro cubo); altri minerali (0,55 euro).
Disposto anche il trasferimento dei beni immobili degli Iacp (quelli non utilizzati ai fini di residenza sociale) alla Regione, che poi potrà vendere questi beni sulla base dei valori di mercato.
Trovati i soldi per il rinnovo dei contratti dei dipendenti regionali, che hanno protestato stamattina di fronte Palazzo dei Normanni. Per i dipendenti del comparto, il rinnovo del biennio 2008/2009 “costerà” 14,4 milioni, mentre quello dei dirigenti, fermo addirittura al 2005, costerà un milione di euro. Due milioni, invece serviranno per i rinnovi del personale degli enti collegati alla Regione, mentre gli arretrati costeranno addirittura 118 milioni, che l’Amministrazione pagherà in quattro rate da 29,6 milioni. Presenti anche interventi per il sostegno agli investimenti, ai Confidi e per favorire l’accesso al credito. E le norme sulla Serit .
Accolte anche alcune delle richieste del movimento dei “Forconi”. E in effetti sono diversi gli interventi per gli agricoltori. Tra questi, misure di controllo delle merci contraffatte (in questo caso è prevista anche la creazione di un Fondo da 300 mila euro) e quello dei prezzi. Nell’emendamento, anche il recepimento delle norme di risparmio previste nel ‘Salva Italia’ del governo Monti (taglio auto blu e altre misure di contenimento dei costi).
Tra le novità anche la creazione di un fondo per la compensazione del rincaro dei carburanti (anche questa una richiesta dei ‘Forconi’) alimentato con i rincari delle aliquote e i cui meccanismi saranno poi regolati per decreto amministrativo, c’é poi la razionalizzazione del trasporto pubblico locale. Previsti inoltre la dismissione del patrimonio immobiliare del Demanio marittimo, la soppressione dei consorzi di ripopolamento ittico, dell’ufficio del Garante dei detenuti, l’accorpamento dei consorzi di bonifica (saranno creati due consorzi in Sicilia occidentale e orientale), la riduzione dei componenti dell’Aran Sicilia col relativa decurtazione del 60% delle indennità, 2,5 milioni per le emittenti televisive locali col regime del de minimis, 2,5 milioni per adempiere agli obblighi di Regione, province, comuni, Asp e società di pubblicazione dei bilanci su quotidiani e on line.
Un testo che, però, potrebbe anche non vedere mai la luce. Al momento, infatti, il maxi emendamento è al centro di una serrata trattativa tra tutti i gruppi parlamentari. La seduta d’Aula, infatti, prevista inizialmente per stamattina e rinviata nel pomeriggio, è stata infine spostata a stasera, alle 20,30. Quando si saprà se i partiti avranno trovato l’accordo.