MESSINA – Il Messina crolla all’Arturo Valerio di Melfi facendo un netto passo indietro rispetto alle ultime prestazioni. La squadra di Lucarelli interrompe nel modo peggiore la serie di cinque pareggi consecutivi, con un 3-0 che la fa ripiombare in zona playout. Difesa fragile, centrocampo poco propositivo e attacco inconsistente, in lucania i giallorossi tornano a mostrare tutti quei limiti solo mascherati nelle ultime settimane, ma adesso la classifica deve far riflettere.
Cristiano Lucarelli commenta amaramente la sua prima sconfitta sulla panchina giallorossa, il tecnico livornese non usa mezzi termini per giudicare una prestazione altamente negativa dei suoi ragazzi, che deve far scattare più di un campanello d’allarme: “C’è rammarico per il modo in cui abbiamo perso. L’immagine che abbiamo offerto certo non fa onore a questa maglia. Non volevo parlare, ma nella mia vita ci ho messo sempre la faccia: l’ho fatto con i tifosi in campo a fine partita, lo faccio adesso con i giornalisti. Mi scuso con tutta la città di Messina per una prestazione indecorosa dal punto di vista caratteriale e non ottimale dal punto di vista tecnico, anche se nel primo tempo paradossalmente abbiamo mostrato anche qualche buona cosa”.
Al di là dei demeriti del Messina, sulla gara pesano come macigni le decisioni prese dalla terna arbitrale che ha convalidato il vantaggio del Melfi firmato da Foggia, ma viziato da un probabile offside. A Lucarelli non sono andate giù neanche le espulsioni comminate ai danni di Maccarrone e Akrapovic: “Il primo gol è arrivato da un fallo laterale clamorosamente dato al Melfi. C’era un rigore netto su Pozzebon che non è stato assegnato. Paghiamo un arbitraggio sconcertante, oltre i nostri demeriti. Io in carriera sul campo ho sempre fatto la guerra e questa prestazione è lontana dal mio modo di intendere il calcio. Altro non lo dico, perché altrimenti rischio di subire una squalifica a vita. Vorrei avere invece ancora qualche prospettiva in questo mondo. Mi tengo dentro una rabbia immensa e con le orecchie basse risalgo sul pullman”.