PALERMO – Il clima è sereno, assicurano tutti. Ma sanno già che il mezzogiorno sarà di fuoco. Stamattina nuovo atteso faccia a faccia tra Crocetta e la sua maggioranza. Si fisseranno i paletti ento i quali sarà compresa la nuova giunta di governo. Uno di questi, pare già deciso: nessun deputato nell’esecutivo. Il resto, si vedrà.
L’appuntamento è fissato alle 12, appunto, a Palazzo d’Orleans. Si rivedranno capigruppo e segretari di partito. E metteranno finalmente nero su bianco lo schema di gioco: 4-3-2-2-1. Il numero maggiore di assessori spetterà, ovviamente, al Partito democratico. E tra i quattro, farà quasi certamente parte Nelli Scilabra. “Della delegazione in giunta – spiega infatti il segretario democratico Raciti – discuteremo insieme al presidente Crocetta, che è un dirigente del Pd. Poi, consentiremo al partito di dire la propria”. Oggi, quindi, i democrat stileranno la mini-rosa. Che verrà poi portata in direzione regionale, che potrebbe essere convocata già per domani. Lì, l’assise voterà (se nel frattempo si sarà giunti effetivamente a un accordo) a favore o contro la scelta. Non ci sarà una votazione “ad personam”, ma il Pd dovrà, di fatto, approvare l’intero “pacchetto” di assessori. Con un voto favorevole quasi scontato, visto che delle delegazione faranno parte un po’ tutte le anime del partito: un renziano, un cuperliano e un politico di “area Lupo”.
Dal Pd non filtrano ancora nomi. Ma alcuni di questi si rincorrono da un po’. La chiusura ai deputati, però, paradossalmente allarga e restringe il campo dei papabili. Tra i renziani, quindi, nuova “amarezza” per Fabrizio Ferrandelli (nonostante il deputato regionale avesse specificato a più riprese di non puntare a un posto in giunta…). A entrare nell’esecutivo potrebbe essere invece Giuseppe Bruno. Per l’area degli ex Ds invece pronto Angelo Villari, mentre l’ex segretario Lupo potrebbe lanciare Giovanni Barbagallo. Si tratta di un ex parlamentare di lunga esperienza. Sugli “ex” inquilini di Sala d’Ercole, infatti, non sarebbe stato ancora sciolto il nodo. Ma tra i renziani non manca qualche malumore. Il deputato regionale Vullo, ad esempio, spinge verso un governo politico. “Il presidente Crocetta – ha detto – si impegni subito su un’agenda programmatica di tre punti da realizzare con un nuovo governo politico entro il 2014. Se Crocetta si darà anche il termine di fine anno, ci sarà allora un nuovo modo per varare le riforme secondo tempi certi. Se queste verranno realizzate con un governo politico – ha aggiunto Vullo – allora avrà più senso che questa legislatura continui sino alla scadenza naturale, altrimenti meglio andare alle elezioni regionali nel 2015”.
Intanto, anche gli altri partiti di maggioranza stanno iniziando a pensare ai propri nomi. Il no ai deputati potrebbe tagliare fuori, tra le fila di Articolo 4, ad esempio, Alice Anselmo e soprattutto Valeria Sudano, le cui quotazioni erano salite nelle ultime ore. Resta forte invece la candidatura del siracusano Paolo Ezechia Reale. Mentre tra i Drs, dovrebbe rinunciare a un posto in giunta Marco Forzese. Così, il “tecnico” scelto dagli uomini di Totò Cardinale potrebbe essere l’ex soprintendente del “Bellini” di Catania, Antonio Fiumefreddo. Il suo nome è caldissimo nel capoluogo etneo. Nell’Udc, invece, possibile la conferma di Dario Cartabellotta (sempre viva, però, l’ipotesi di candidatura alle Europee). Per l’altro posto dei centristi (la cui rappresentanza scenderà comunque da tre a due assessori) sono sempre alte le aspirazioni di Giovanni Pistorio. Contro le quali, però, si scontrebbero i dubbi del governatore, e un rischio “inconferibilità” della carica, considerata la sua recente esperienza a capo della segreteria tecnica dell’assessore Valenti.
Il presidente Crocetta, invece, potrebbe mantenere al loro posto Lucia Borsellino, Linda Vancheri e Michela Stancheris. Quest’ultima passerebbe in quota Megafono. Sebbene un’area del movimento del governatore, quella socialista – che intanto ha sottoscritto un patto federativo col Pd – non vedrebbe di buon occhio. Domani, quindi, qualche certezza in più potrebbe saltare fuori da una riunione sulla quale, però, aleggia un dubbio. La tentazione del presidente. Quella, cioè, di prendere tempo. Ancora un po’. Almeno fino alla presentazione della liste per le elezioni europee.
Al di là delle frasi di circostanza, infatti (“le vicende della giunta non sono collegate a quelle delle Europee”), Crocetta non avrebbe affatto gradito la chiusura del Pd alla candidatura di Beppe Lumia al parlamento di Bruxelles. Una candidatura sulla quale in qualche modo poggiava anche l’ingresso in giunta delle forze politiche che sono nate nel corso della legislatura. E non a caso, un invito alla “cautela” arriva da Totò Cardinale, uomo del Pd ma ispiratore della neo-formazione dei Democratici e riformisti. Gli stessi che hanno lanciato attraverso un convegno proprio la candidatura del senatore. “Credo – spiega Cardinale – che la decisione sulle candidature vada presa dalla direzione nazionale del partito. E dopo aver sentito la società, le varie categorie. Fissando, magari, dei criteri generali che valgano per tutti. Senza operare con scelte che rischiano di apparire ‘ad personam’. Se il partito nazionale – ha aggiunto – deciderà di sbarrare la strada al senatore Lumia, da uomo del Pd prenderò atto della decisione, ci mancherebbe. Anche se a quel punto chi ha deciso sarà anche il responsabile dei risultati. Ma invito il segretario regionale di cui tutti parlano bene, e anche il governatore, ad abbassare i toni e a cercare comunque un’intesa”. La candidatura di Lumia avrebbe avuto il sostegno anche del Megafono e di Articolo 4. La forza politica di Leanza e Sammartino, però, potrebbe rilanciare, con un big (probabilmente una donna) nella lista alle Europee del Pd. Ma per quello, c’è ancora un po’ di tempo. Oggi il mezzogiorno di fuoco della maggioranza dovrà dare qualche certezza in più. O provocare il nuovo, dolorissimo strappo.