PALERMO – Che la Sicilia e la Sardegna non abbiano treni all’altezza è una vergogna nazionale a cui dobbiamo porre rimedio al di là della parte politica a cui si appartiene”. Così il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia ha commentato lo stato delle infrastrutture siciliane a margine dell’incontro con il presidente della Regione Nello Musumeci a Palazzo d’Orleans. Per questo – ha proseguito Boccia – ho apprezzato le valutazioni del presidente Musumeci e penso che sia nostro compito sollecitare le aziende che hanno queste responsabilità a dare risposta alle istanze in tempi degni della società digitale.
I fondi per il Sud ci sono, credo che sia intollerabile sentirsi dire che ci vogliono cinque sette anni per la realizzazione delle opere”. L’incontro fra il governatore Musumeci e il ministro Boccia si è concentrato anche sui ricorsi davanti alla Corte costituzionale. “C’è un impegno comune – ha spiegato il ministro competente per le impugnative – a dimezzare il tasso di controversia fra lo Stato e le Regioni davanti alla Consulta. Oggi al 10 per cento delle leggi approvate dalla Regioni viene impugnato. Negli ultimi cinque anni la Regione Siciliana ha esagerato un po’. Dato che le controversie fanno perdere tempo e costano, l’impegno è quello di parlarci prima. Se gli uffici di vedono un po’ prima sono certo che riusciamo a rispettare la Costituzione. Tutto ciò – conclude – mantenendo alto il rispetto dell’autonomia decisionale dell’Assemblea regionale siciliana”. Ma al centro dell’incontro c’è stato anche il dibattito sull’autonomia differenziata. “Abbiamo – ha spiegato al presidente della Regione, Nello Musumeci – l’esigenza di istituire un tavolo nazionale perché le ricadute non si verificano solo sulle Regioni del Nord ma anche su quelle del Sud. Abbiamo ribadito inoltre l’esigenza di tutelare la perequazione fiscale e infrastrutturale. È di qualche giorno fa il richiamo dell’Unione europea verso il governo nazionale sul tema dell’erogazione di adeguate risorse al Mezzogiorno in misura del 34 per cento mentre l’impegno negli ultimi giorni è stato minore”.
Per Nello Musumeci il problema non è quello delle risorse però ma quello di spendere le risorse già esistenti. “Siamo d’accordo sulla necessità di rilanciare l’autonomia speciale e riteniamo che le Regioni del Sud e specie quelle speciali abbiano un tavolo di confronto con il ministro Boccia. Abbiamo la necessità – ha aggiunto Musumeci – di recuperare una procedura sul piano degli investimenti per accorciare il divario fra Nord e Sud. Non abbiamo bisogno di risorse. Abbiamo bisogno – ha specificato Musumeci – di procedure snelle che ci permettano di correre e di spendere i soldi che già abbiamo, senza lacci e lacciuoli che vengono imposti da Roma e da Bruxelles”. Il tema è stato ripreso dal Francesco Boccia che ha definito l’incontro “franco e costruttivo”. “Non è usuale – ha spiegato Boccia – avere un incontro con un presidente di una Regione così importante che non ti chieda risorse ma piuttosto regole certe”. Dall’altra parte il ministro degli affari regionali ha spiegato la sua proposta per “una perequazione significa per il paese”.
“Abbiamo stanziato – ha precisato – 3,4 miliardi spalmati in più anni per abbassare il livello di discrezionalità dei fondi pluriennali del bilancio statale. Questo vuol dire che deve esserci un vincolo di priorità per le aree in ritardo di sviluppo. Ciò per trovare un meccanismo di tutela della regola 34 per cento”. La perequazione, l’uguaglianza sostanziale tra i territori, d’altronde è collegata all’autonomia differenziata. “Musumeci come gli altri presidenti di Regione a statuto speciale – ha affermato Boccia – è interessato a capire se c’è un ponte, e c’è, fra il modello di perequazione che stiamo costruendo per tutte le Regioni a statuto ordinario e tutto il resto del territorio nazionale. Il ponte fra le Regioni a statuto speciale e quelle a statuto ordinario è importante sebbene – ha aggiunto il ministro – voglio che sia chiaro che le Regioni a statuto speciale restano cinque e la loro fisionomia è scolpita nella Costituzione. L’autonomia differenziata, quindi – ha specificato Boccia -, è una cosa diversa. Con l’autonomia differenziata stiamo applicando il principio di sussidiarietà. autonomia si legge sussidiarietà. La legge quadro fisserà le linee nel campo in cui dovranno essere inserite tutte le intese. Le Regioni non potranno andare per conto proprio. Nessuna devoluzione – ha concluso il ministro Boccia – potrà partire senza che siano approvati i livelli essenziali delle prestazioni”.
*Aggiornamento
Nel pomeriggio Boccia ha incontrato a Palazzo dei Normanni il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. Il ministro per gli Affari regionali ha visitato la Sala di Re Ruggero, la Torre Pisana e la Cappella Palatina accompagnato da Miccichè.