CATANIA – A mettere ordine nelle file dei Santapaola dopo il “chaos” provocato dal blitz Kronos sarebbe stato Antonio Tomaselli. Un ombra che si è sempre mossa all’interno della famiglia: la sua presenza i Ros la registrano anche nel summit a Francofonte del 29 febbraio 2016 insieme e Francesco Santapaola, l’erede di sangue del padrino Nitto. La gestione della “carta” l’avrebbe presa a settembre dello scorso anno, Penna Bianca, così è chiamato Tomaselli nella malavita catanese. La reggenza sarebbe stata conquistata dopo Marcello Magrì, fratello del boss Orazio, che avrebbe preso il comando in sostituzione di Coluccio Santapaola, arrestato ad aprile del 2016. Ma pochi mesi dopo finisce in manette anche Magrì. A quel punto il vuoto di potere sarebbe stato colmato da Tomaselli, anche se ci sarebbero stati screzi con Rosario Lombardo, che dai domiciliari forse voleva rimanere il regista criminale di Catania.
“La tensione tra i due si fa più evidente – scrive la Gip Giuliana Sammartino – in occasione di una spedizione punitiva voluta da Luca Marino (reggente di Galermo, ndr) con l’appoggio di Rosario Lombardo, contro Nino di Belpasso. Il pestaggio sarebbe stato organizzato per vendicare l’aggressione a due ragazzi vicini a Marino. Il Ros intercetta un sms inequivocabile: “Abbessa 20 ragazzi subito con macchine e pistole, sto scendendo”. Bisognava risolvere i problemi di Belpasso. Ma della questione si interessa direttamente Tomaselli che convoca un summit a Paternò, dove poi si parla anche dell’incapacità di Orazio Di Grazia a gestire il suo gruppo di Giarre (“dove è seduto non è cosa sua”).
Sono gli sms intercettati dal Ros a gennaio 2017 a far capire che Tomaselli è diventato il responsabile della “carta generale”, cioè del libro dove si annotano gli introiti e gli stipendi agli affiliati. Marino scrive a Lombardo: “Mi dispiace li devo portare a mio zio bianco”. Chiaro il riferimento a Tomaselli, chiamato Penna bianca o capelli bianchi. E poi l’appellativo “zio” è riservata solo a chi ricopre ruoli apicali. I due boss sarebbero stati ai ferri corti. Marino parlando con Christian Paternò confessa che Lombardo gli aveva proposto di uccidere Tomaselli. Il boss ha contatti con i familiari di sangue. Sempre a gennaio incontro la madre di Aldo e Mario Ercolano, entrambi detenuti, figli dell’uomo d’onore Sebastiano Ercolano. Il suo ruolo di vertice all’interno della cosca poi secondo la Gip Sammartino è accertata dai suoi rapporti con i diversi clan, anche rivali, per dirimere e appianare dissidi. Come quello dei Mazzei per il pestaggio al boss del gruppo della Stazione David Coco. O come quello con i Laudani per la spartizione delle estorsioni. Vicenda che però non ha portato ad alcuna misura cautelare.
Ma cerchiamo di capire chi è Antonio Tomaselli, un nome forse sconosciuto ai più ma non certo agli investigatori e a chi bazzica nella malavita catanese. Penna Bianca compare nell’elenco degli imputati del maxi processo Orsa Maggiore, l’inchiesta forse più importante contro la mafia catanese. Tomaselli, dopo una condanna in primo grado, nel 1998 è stato assolto in appello. Il 27 febbraio 2001 il boss è vittima di un agguato insieme a Marcello Magrì. L’attentato, maturato nello scontro armato tra la squadra di San Giorgio e quella di Monte Po’, fallisce. In realtà il bersaglio, come si scopre nell’inchiesta Dionisio, doveva essere Umberto Di Fazio, all’epoca latitante. Tomaselli è arrestato nel 2007. All’alba di un giorno di dicembre di dieci anni fa le sirene annunciano a Catania l’operazione Plutone che porta in carcere Ercolano, Mangion, Mirabile, Santapaola. Penna Bianca riconquista la libertà nel marzo del 2013.
A parlare di Tomaselli sono anche diversi collaboratori di giustizia. Come Carmelo Aldo Navarria, ex referente di Belpasso e killer dei Malpassotu. In un verbale dello scorso luglio lo spazzino racconta che in una riunione avrebbero discusso con Vito Romeo e Francesco Santapaola di “capelli bianchi” e Coluccio arebbe detto di volerlo uccidere in un agguato. Tomaselli non avrebbe gradito la reggenza di Francesco Santapaola e sarebbe andato in giro definendolo “un panzarotto”, cioè poco sveglio. L’agguato però poi sarebbe stato rimandato per una serie di circostanze. Strano il destino. Alla fine Francesco Santapaola è stato arrestato e Tomaselli sarebbe riuscito a sedersi sul trono del boss.