30 Settembre 2009, 18:15
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La replica è secca e dolente. “Mia figlia è morta poche ore dopo aver subito un intervento chirurgico per ernia diaframmatica nell’ospedale dei bambini. Soffriva di questa patologia dalla nascita ed era già stata operata. Il container dove abbiamo vissuto fino a giugno non c’entra nulla con questa tragedia e mia figlia non è mai stata ricoverata per assideramento”. Lo ha precisato Simone Gaglio, 37 anni, il padre di Morena la bimba morta lunedì scorso in ospedale dopo un intervento chirurgico. La storia della bimba – anticipata da Livesicilia – era stata resa nota anche dal “Comitato di lotta per la casa” e dalla “Rete di sostegno”. “Noi viviamo in una casa normale – aggiunge Gaglio – dal giugno scorso. Il freddo e le condizioni atmosferiche non hanno nulla a che fare con la morte di mia figlia. E’ vero che fino a giugno andavamo a dormire nel container ma mia figlia era una principessina non le mancava nulla. Io faccio il muratore e il venditore di frutta saltuario. Non ho un lavoro fisso ma mi arrangio per il bene di mia moglie e delle mie quattro figlie di 11, 10, 9 e 3 anni”.
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Rispettiamo il dolore e la precisazione del signor Gaglio, inviata alle agenzie. E puntualizziamo, per quel che ci riguarda. Noi non abbiamo mai scritto che Morena è morta di stenti in un container, solo riportato fatti e dichiarazioni, prima di tutti. Abbiamo scritto, però, che la sua povera storia era paradigma della sofferenza di una città. E questo giudizio confermiano. (rp)
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30 Settembre 2009, 18:15