PALERMO – I quattro assessori del Pd sono in bilico. I due assessori dell’Udc sono in bilico. Qualche assessore, tra quelli riconfermati, adesso è in bilico. La nomina di Antonio Fiumefreddo è molto contestata. La nuova giunta di Crocetta, come illustra un big del Partito democratico, “è nata morta”. E in effetti, ancora non c’è notizia di una presentazione ufficiale. La classica conferenza stampa corredata da foto di rito. Nulla. Anche il governatore si è reso conto che quel nuovo governo è, forse, il più grosso pasticcio creato in un anno e mezzo di legislatura.
La giunta, frutto dell’accordo tra il governatore e “il Pd nazionale”, cioè Davide Faraone, avrebbe dovuto consolidare la maggioranza. Ma ha solo prodotto un indebolimento della maggioranza stessa. Che maggioranza non è più. I numeri parlano chiaro. E dopo il rimpasto, Crocetta è sostenuto da meno di quaranta deputati. Calcoli che non ammettono molte repliche. E che stanno spingendo, pare, il governatore a riflettere sul futuro della giunta neonata.
Così, sono partite le grandi manovre. Con un tentativo di disgelo con la segreteria regionale del Pd. E che potrebbero subito produrre il primo effetto concreto: Fausto Raciti – che oggi potrebbe incontrare Davide Faraone per un faccia a faccia che riaprirebbe il dialogo – potrebbe ritirare la propria candidatura per le Europee, visto che in quei giorni si troverebbe impegnato proprio nelle trattative per il nuovo rimpasto.
Così, il tentativo di disgelo tra il segretario del Pd e il governatore, dopo la tesissima direzione nazionale, procede a fuoco lento, a dire il vero, visto che Raciti riproporrà l’azzeramento dell’intera delegazione democratica in giunta. Vale a dire gli assessori Giuseppe Bruno, Roberto Agnello, Nelli Scilabra e la “democratica dell’ultim’ora” Mariarita Sgarlata. Stando alle ultime indiscrezioni, i cuperliani, che rappresentano metà del gruppo parlamentare all’Ars chiederanno, nella ricostituzione di quella delegazione, almeno due assessori. Uno dovrebbe andare ai renziani e un altro all’area che fa capo a Crocetta. Così, in bilico è proprio Agnello che verrebbe “sacrificato” (ironia della sorte e del periodo…) proprio per far quadrare i conti in un partito dilaniato dalle liti e dalle polemiche, a scapito di Areadem.
Ovviamente verrà affrontata anche la questione Scilabra: assessore-candidato., dopo l’inserimento nella lista per le Europee. Una condizione che Crocetta aveva escluso nel caso degli aspiranti assessori dell’Udc. Se lo strappo con gli organi regionali del Pd poi verrò ricucito, poi, anche Mariarita Sgarlata lascerà la giunta. Mentre potrebbe essere confermato il solo Giuseppe Bruno. Anche se tra le possibile new entry, si fa il nome del siracusano Giovanni Cafeo, candidato – più di cinque mila voti raccolti – alle ultime elezioni regionali. E molto vicino al sindaco renziano Garozzo. Si vedrà.
Ma i democratici chiederanno anche altro. Di ridiscutere tutte le presenze in giunta. A cominciare dall’assessore scelto dai Drs di Cardinale e Forzese: per buona parte del Pd, infatti, la nomina di Antonio Fiumefreddo va quantomeno riconsiderata. Ma di nomine, a dire il vero, formalmente ancora non ne sono state fatte. Sembra che la delega, al momento, sia stata affidata solo all’assessore all’Energia Calleri. Gli altri, insomma, sono solo “assessori mediatici”. Il cui incarico, al momento, è stato formalizzato solo su un comunicato stampa.
Così, i giochi sono ancora tutti aperti. E potrebbero spingere fuori dal “Crocetta-bis” anche alcuni assessori che erano stati confermati. È il caso di Michela Stancheris, ad esempio. L’ex segretaria particolare del presidente, infatti, potrebbe lasciare il posto al secondo assessore di Articolo 4, più volte richiesto da Leanza e Sammartino. Che continuano a reclamare la delega all’Agricoltura per Paolo Ezechia Reale. Unica alternativa posta dalla forza politica sorta nel corso di questa legislatura, quella di un “ripescaggio” di Dario Cartabellotta, che “passerebbe” appunto in quota Articolo 4, e terrebbe il proprio assessorato alle Risorse Agricole. A quel punto, Reale potrebbe passare al Territorio.
Ma scricchiola adesso anche la sedia di Patrizia Valenti. La protesta pubblica di metà del gruppo parlamentare Udc (compreso il capogruppo Firetto), ha creato l’ennesima frattura a Sala d’Ercole. “Vorremmo solo – dice Firetto – che venisse rispettato il deliberato del gruppo parlamentare. Ignorarlo significherebbe disprezzare il lavoro del gruppo”. Quella dell’Udc, insomma, è anche una richiesta di maggiore attenzione al ruolo dei parlamentari “che ricevono il veto per l’ingresso in giunta – precisa Firetto – ma non possono nemmeno dire la propria su chi deve entrare. C’è qualcosa che non funziona. Ma io spero ancora si possa garantire l’unità del mio gruppo”. Ma come detto, questa unità passa dal rispetto di alcuni paletti fissati dai deputati: no alla riconferma degli assessori uscenti e un identikit maggiormente “politico” della rappresentanza centrista in giunta. “Per carità, tutto – aggiunge Firetto – può essere ridiscusso. Ma le scelte vanno fatte insieme”. Così, alla Valenti potrebbe essere chiesto il definitivo passo indietro, in qualche modo “bilanciato” da una candidatura nella lista per le Europee. E con lei, anche Torrisi potrebbe non arrivare a sedersi su una delle dodici poltrone dell’esecutivo. Il “Crocetta-bis”, insomma, è già pronto al trasloco. Sono già ripartite, incredibile ma vero, le grandi manovre per il rimpasto del rimpasto.