PALERMO – Quando quasi tre stagioni fa mise piede in Sicilia dalla sua Argentina, arrivò con addosso l’etichetta di ‘nuovo Javier Pastore’, un’eredità pesantissima da cogliere date le prestazioni e le magie messe in piedi dal ‘Flaco’ nelle due precedenti annate in rosanero. Per Franco Vazquez, che dai suoi precedenti tifosi al Belgrano veniva chiamato ‘Mudo’, ovvero ‘Muto’ in quanto piuttosto che parlare con la bocca preferiva far parlare i suoi piedi in campo, quel fardello pesò più del previsto e nonostante Bortolo Mutti gli avesse ritagliato un ruolo da trequartista alle spalle di Budan e Miccoli concluse quei sei mesi con 14 presenze e nessuno squillo degno di fargli guadagnare una riconferma l’anno dopo.
L’investimento oneroso del club di viale del Fante (4,5 milioni di euro) dovette dunque mandare giù il boccone amaro di una serie A che richiede subito risultati anche al cospetto di puri talenti. Da lì il trasferimento in prestito in Spagna, nel club madrileno del Rayo Vallecano che nella stagione 2012/13 disputava la Liga, per trovare continuità in un calcio simile a quello italiano. La conferma del talento ammirato nelle stagioni al Belgrano si intravede a sprazzi anche nel campionato spagnolo con 18 presenze condite da tre gol.
A Palermo, nel frattempo, si abbatte il cataclisma della retrocessione, con i rosanero costretti a dover ripartire dalla serie B e il giocatore classe ’89, rientrato intanto dal prestito, che si vede fuori lista dopo aver partecipato alla prima gara ufficiale della stagione (l’1-0 nel terzo turno di Coppa Italia contro il Verona). Durante la gestione di Gennaro Gattuso Vazquez assiste dunque da spettatore a un girone d’andata tribolato dei suoi compagni che, solo con l’arrivo di Beppe Iachini, ritrovano smalto e continuità. Alla riapertura delle liste il ragazzo, nato nella provincia di Cordoba, rivede il campo proprio grazie al tecnico ascolano che lo inserisce nella prima gara del girone di ritorno, chiusa 0-0 con il Modena. Passano un paio di mesi e dopo una serie di buone prestazioni Vazquez trova anche il suo primo gol ufficiale in Italia (nel 3-0 esterno alla Juve Stabia).
La cavalcata verso la serie A incorona Vazquez fra i suoi principali protagonista. È del Mudo infatti il gol decisivo che regala la promozione agli uomini di Iachini, con cinque giornate d’anticipo, in quel di Novara. L’annata si conclude con 18 presenze e 4 gol all’attivo, ottimo bottino visto il solo girone di ritorno a disposizione. Nel suo percorso di rinascita l’argentino trova poi nel connazionale Paulo Dybala, che al pari di Vazquez ha faticato per inserirsi nel calcio italiano, la spalla perfetta per sviluppare le sue giocate. Il resto è storia recente. Cinque gol in 15 giornate disputate con la doppietta all’Atalanta nell’ultima giornata del 2014, condita da un pallonetto da urlo a battere Sportiello, che ha sancito l’ingresso a pieno titolo del numero 20 tra i più forti giocatori dell’attuale serie A. Adesso, scrollatosi finalmente di dosso l’eredità di Pastore, Vazquez può far sognare i tifosi rosanero in vista di nuovi traguardi nel 2015.