PALERMO – L’ultima volta che indossò la maglia rosanero era ancora estate, nel turno preliminare di Coppa Italia contro l’Avellino vinto poi per 2-1 dagli uomini di Iachini, qualche settimana dopo, poco prima dell’inizio del campionato e con sommo disappunto da parte della tifoseria, decise che la parentesi in Sicilia fosse giunta al termine optando per i colori granata del Torino. Per Andrea Belotti, ex attaccante del Palermo e protagonista della trionfale cavalcata che riportò i rosanero in serie A dopo appena una stagione di purgatorio in cadetteria, il match di domenica al ‘Barbera’, contro la squadra che l’ha lanciato nel calcio che conta, rappresenterà di sicuro una tappa importante all’interno della crescita professionale del talento bergamasco.
Belotti, il ‘Gallo’ come ha insegnato a farsi chiamare prima in rosanero e adesso dai suoi nuovi tifosi, nelle ultime giornate di campionato, grazie anche sopratutto all’assistenza di un ex capocannoniere della massima serie come Ciro Immobile, ha iniziato a segnare gol a raffica con la continuità degna di un bomber di razza. Reti importanti e decisive (6 fino ad ora come quelle complessive realizzate nello scorso campionato con il Palermo, ndr) come quelle che il numero 9 ,a disposizione adesso di Giampiero Ventura ,realizzava con la sua vecchia squadra, andando addirittura in doppia cifra nella sua prima stagione di B. Come dimenticare quel primo gol al ‘Rigamonti’ di Brescia a decidere l’1-1 in una gara più che complicata o la doppietta al Novara, con quel colpo di testa al 92’ a far esplodere di gioia i supporters rosanero.
Adesso il ‘Gallo’ i suoi gol li segna per il Torino e per un sogno chiamato maglia azzurra, non quella dell’under 21 con cui ha già fatto cose egregie fino ad ora bensì quella di Antonio Conte che la prossima estate dovrà scegliere chi portare agli Europei. Al pari di Belotti domenica pomeriggio un altro attaccante sogna d’indossare quella stessa maglia, che rappresenta però in questo caso l’ultimo treno di una carriera tempestata di successi. Alberto Gilardino, arrivato in rosanero per riempire il vuoto lasciato in avanti proprio dalla giovane punta, è l’esempio dell’attaccante d’esperienza che all’esuberanza del giovane antepone la saggezza di tante gare importante disputate e l’istinto da rapace d’area che anche quest’anno ha saputo sfoggiare in più occasioni. Per entrambi i giocatori, appaiati entrambi in classifica marcatori a quota sei, sarà non solo l’opportunità di far bene per le proprie squadre in ottica salvezza ma, sopratutto, una vetrina prestigiosa per mettersi ulteriormente in mostra e, chissà, iscrivere il proprio nome sulla lista dei preconvocati per la Francia.