Elezioni, il ciclone Totò Cuffaro

Il ritorno di Cuffaro: il ciclone Totò sulla politica siciliana

Quando diceva: "Il presidente? Mi piacerebbe...".

Adesso è tornato per davvero. Perché è chiaro a tutti che Totò Cuffaro fondatore di una esperienza politica e allenatore della medesima è un conto, ma Totò Cuffaro teoricamente in grado di candidarsi e di scendere in campo personalmente è proprio un’altra faccenda. Tutto è cambiato, secondo la notizia scovata dal nostro Salvo Cataldo: ‘L’ex presidente della Regione Siciliana potrà tornare a candidarsi. Il Tribunale di sorveglianza di Palermo, modificando un suo precedente pronunciamento, ha dichiarato estinta la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici che era stata inflitta a Cuffaro con due sentenze di condanna’. Nero su bianco. E qualcuno, sicuramente, starà cominciando a porsi qualche domanda.

L’interessato, ovviamente, glissa, rassicura, sparge a piene mani l’effluvio tenue della non belligeranza politica: “Confermo con determinazione che il mio tempo per le candidature è finito. Potrò tornare a fare il medico. Impegnerò tutte le mie forze affinché la Democrazia Cristiana, oggi una realtà in Sicilia, possa diventare anche una realtà nel Paese. È questo il mio sogno e chiederò a Don Luigi Sturzo che mi aiuti affinché diventi realtà. E se riusciamo a far rinascere la Dc, chissà che non sia il miracolo per farlo divenire finalmente Santo”. Nessuno dubita della sincerità di un siffatto intendimento, nel momento in cui viene pronunciato. Ma gli eventi possono mutare e, con loro, le intenzioni.

Oltre a un Cuffaro in servizio permanente effettivo, c’è da considerare l’entusiasmo dei cuffariani di complemento: “Cuffaro ha sempre riposto fiducia nella giustizia e, finalmente, con la riabilitazione e l’estinzione dell’interdizione dai pubblici uffici si chiude una vicenda giudiziaria. È un giorno importante per tutta la Democrazia cristiana e, adesso, il nostro commissario regionale deve dare, a tutti coloro che lo hanno sostenuto e lo continuano a sostenere, ma anche a tantissimi siciliani, il piacere e l’onore di poterlo votare e tornare pienamente in politica. Così dice Carmelo Pace, capogruppo Dc all’Ars.

Ecco perché un politicamente ‘redivivo Totò’ candidabile, per il centrodestra, è una risorsa, ma pure un problema potenziale. Sarebbe, da solo, verosimilmente ancora in grado di convogliare parecchi voti sulla sua persona, più che sul vessillo della Dc che, comunque, ha già guadagnato numeri e presenze. Tuttavia, rischia di rappresentare una concorrenza, per gli altri, temibile – un ciclone – in una coalizione che, stante il caos supremo a sinistra, potrà soltanto farsi opposizione da sola. Il cuffarismo riabilitato e spendibile potrebbe rappresentare un elemento inedito nella dialettica non sempre facile tra l’ala destra e vincente, sotto le bandiere di Fratelli d’Italia, e gli affannati centristi in cerca di una rimonta. Qualcosa di nuovo alla luce dei prossimi appuntamenti elettorali.

E dagli archivi emergono parole differenti rispetto a quelle caute di queste ore. Rileggiamo una intervista rilasciata al nostro giornale. Ma a lei, anche se non è possibile, piacerebbe fare di nuovo il presidente della Regione? (domanda) “Non è possibile, appunto” (Cuffaro). Ma a lei…. “Va bene, rispondo. Se potessi esserlo senza gli ostacoli noti, sì, mi piacerebbe farlo, al servizio della Sicilia. E, quando parlo di ostacoli noti, non mi riferisco soltanto alla legge, ma anche al fardello umano che mi porto sulle spalle. Però, la realtà è un’altra…”. Questi erano i ragionamenti nell’agosto del 2022. Gli scenari, nel frattempo, si sono capovolti. Adesso, sarebbe possibile. (Roberto Puglisi)


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