CATANIA – (a cura di Marinella Fiume) “Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”: è una celebre frase attribuita ad Albert Einstein che fotografa l’allarme suscitato in tutto il mondo dal cosiddetto “spopolamento degli alveari”. Allo scopo di salvaguardare l’esistenza di questo insetto così importante per la vita sulla terra, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito il 20 maggio la Giornata Mondiale delle Api.
Se volgiamo lo sguardo alla trasformazione del nettare dei fiori in miele, l’apicoltura è accomunata alla nascita stessa dell’agricoltura. Il miele era importantissimo per gli antichi, non solo perché coloro che lo generavano, le api, erano legate alla sfera della spiritualità e della religione, ma anche perché esso rappresentava l’unico dolcificante all’epoca conosciuto e veniva usato anche in medicina. Secondo l’archeologa Marija Gimbutas, nell’Europa antica il punto focale della religione paleolitica comprendeva nascita, nutrimento, crescita, morte e rigenerazione e il culto era rivolto a una Dea Madre i cui simboli rappresentavano essenzialmente gli aspetti di dispensatrice di vita, di morte e rinnovamento, tra le cui raffigurazioni vi era anche l’ape. Un papiro egizio conservato al British Museum di Londra ci restituisce una poetica leggenda che racconta come, quando il dio Sole, Ra, piangeva d’amore, le sue lacrime, cadendo a terra, si trasformassero in api: “E le api costruirono la loro dimora riempiendola di fiori di ogni genere di pianta; nacque così la cera e anche il miele”. Nel suo potere di tornare in primavera e portare rinnovamento alle forme di vita, Persefone fu detta melitòdes, la “dea mielata”, e giù fino al Cristianesimo, dove l’ape diviene il simbolo stesso di Cristo, che ha sconfitto la morte e dopo tre giorni è risuscitato. Ma uno sguardo sincronico al mito e alla storia ci permetterebbe di accomunare culture ed epoche lontane e diverse e quasi annullare ogni distanza temporale. Al contempo si attestano, legati all’ape, significati di virtù, di attitudini che ne riconducono l’immagine da una sfera cosmica ad una umana prossima all’ambito femminile e familiare con riguardo alla sua socialità per cui tutte le scelte dell’ape sono sempre dettate dal saggio riconoscimento del bene comune: nell’alveare, infatti, i compiti svolti da ciascuna delle api, dall’ape regina alle operaie, sono in vista di un’armonia perfetta, in grado di tutelare la vita dell’arnia e dei suoi abitanti.
La Sicilia, poi, ha un rapporto antichissimo con la produzione del miele. Cicerone nelle Verrine e il siracusano Teocrito citarono in diverse occasioni il miele di Sicilia e quest’ultimo lo mise in relazione con le donne.
Da qui l’interesse e l’ambiziosa ma concreta volontà di rafforzare e valorizzare la presenza dell’imprenditoria femminile in questo settore da parte del Soroptimist di Catania nell’ambito del Progetto Nazionale per il Centenario denominato “Oasi delle Api”. Così, con un interessante convegno, si è dato il via al progetto: “Le Apicoltrici di Sicilia”, la cuifinalità consiste – come ha illustrato in apertura la Presidente Lisania Giordano – nel monitoraggio delle possibilità lavorative e nell’individuazione delle esigenze di formazione specifica per un qualificato apporto all’economia del territorio nel rispetto dell’ecosostenibilità. Il progetto è indirizzato a valutare, nella prospettiva dell’imprenditoria femminile, la dimensione della professionalità femminile nell’ambito dell’apicultura e si propone di sollecitare il riconoscimento e il coinvolgimento del ruolo delle donne in questo ambito.
Com’è noto, il territorio siciliano è storicamente ricco di aziende nelle quali le donne rivestono, da sempre, un ruolo importante, frutto della loro eccellente operosità. Il convegno ha permesso di approfondire il tema attraverso riflessioni di ambito teorico-scientifico sull’ “Apicultura in Sicilia” affidate alla Prof.ssa Gaetana Mazzeo, docente di Apicoltura e produzioni apistiche presso il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, nonché testimonianze di carattere esperienziale rappresentate dalla Signora Sandra Privitera, Legale Rappresentante dell’azienda “Apicoltura Privitera”, che ha documentato sulla “Dimensione femminile nell’apicoltura siciliana”. Il progetto del Soroptimist club di Catania prevede anche un secondo step, nel quale sarà considerata la possibilità di agevolare finanziariamente una formazione, scientificamente aggiornata, di giovani apicultrici del nostro territorio. Ha sapientemente illustrato le finalità del progetto nazionale del Centenario la Vicepresidente nazionale SI Rina Fiorulli. L’incontro ha riscosso il plauso non solo delle socie presenti, ma anche dei qualificati ospiti intervenuti numerosi.