PALERMO – “In nome del Popolo Italiano” il Tribunale amministrativo regionale ha dato ragione a Gioacchino Genchi. Con la sentenza del 24 luglio il Tar di Palermo ha annullato tutti gli atti del Ministero dell’Interno che avevano portato alla sospensione prima e alla destituzione, poi, del Vicequestore. I giudici amministrativi hanno accolto i ricorsi presentati da Genchi contro i provvedimenti della Polizia di Stato. La vicenda risale al 2009, quando inizia un crescendo rossiniano contro Genchi, tempestato da lettere di contestazioni, provvedimenti di sospensione, sino ad arrivare al marchio della destituzione. Un marchio che oggi viene rimosso e che ai tempi aveva scatenato l’insurrezione del popolo del web, e non solo del web, che si era schierato a fianco del superpoliziotto esperto di informatica. “Finalmente un po’ di giustizia!” – afferma Genchi dal suo profilo facebook – spiegando che – la prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia (Sezione Prima), ha depositato oggi la motivazione della sentenza n. 2025/2014, con la quale – in accoglimento integrale dei miei ricorsi, ha annullato tutti e sei i provvedimenti di sospensione cautelare e disciplinari dal servizio del 2009, 2010 e 2011, con i quali è stata programmata la mia destituzione dal servizio dalla Polizia di Stato, in ultimo decretata dal Capo della Polizia con provvedimento del 16 febbraio 2011”.
L'esperto di intercettazioni era stato destituito
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